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Anche per il turismo c’è una questione divario: ora serve un piano

 
Emmanuele Daluiso

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Emmanuele Daluiso

Anche per il turismo c’è una questione divario: ora serve un piano

Analizzando i dati della domanda turistica in Italia, nell’ultimo quindicennio, balzano agli occhi quattro fenomeni: la crescita del divario Nord-Sud, la stazionarietà della domanda nazionale, la crescita della domanda internazionale, la stagionalità delle presenze turistiche

Domenica 18 Agosto 2024, 13:24

Gli scenari futuri del turismo saranno legati alla capacità di gestione delle destinazioni turistiche e dei flussi turistici.

Analizzando i dati della domanda turistica in Italia, nell’ultimo quindicennio, balzano agli occhi quattro fenomeni: la crescita del divario Nord-Sud, la stazionarietà della domanda nazionale, la crescita della domanda internazionale, la stagionalità delle presenze turistiche.

Il divario turistico Nord-Sud

In Italia, la capacità di gestione dei flussi turistici deve coniugarsi con nuove strategie in grado di superare il divario Nord-Sud, un fenomeno che caratterizza anche il settore del turismo. Nell’ultimo quindicennio, tra il 2008 e il 2023, la domanda turistica in Italia è passata da 374 a 447 milioni di presenze turistiche, con una crescita pari a +19,7%. Tuttavia, se scomponiamo il Centro-Nord dal Sud, emerge che, nel primo caso, la crescita è stata del +21,2%, nel secondo caso del +13,7%. Pertanto, la dinamica turistica a livello territoriale evidenzia il progressivo rafforzamento del Centro-Nord, dove si concentra oltre l’80% della domanda turistica, a fronte del Mezzogiorno che registra una quota inferiore al 20%. Il Sud cresce turisticamente, ma meno del Centro-Nord, e il suo peso sulla domanda turistica in Italia tende a diminuire. Peraltro, va segnalato che il Sud non ha ancora recuperato pienamente la crisi dovuta alla pandemia. Rispetto al 2019, se il Centro-Nord ha registrato nel 2023 una crescita di presenze turistiche, pari a +3,1%, il Mezzogiorno ha segnato -0,5%.

La stazionarietà della domanda turistica italiana

I trend di crescita delle presenze turistiche in Italia fanno emergere una situazione stagnante per quanto riguarda la componente della domanda nazionale (italiani che restano in Italia). Fra il 2008 e il 2023 le presenze turistiche di italiani in Italia sono aumentate solo dello 0,5%. Scomponendo territorialmente questo trend, si osserva che nel Centro-Nord la crescita è stata pari a +1,7%, nel Sud pari a -3%.

Le difficoltà di crescita dell’economia italiana, in quest’ultimo quindicennio, hanno avuto un impatto negativo sulla domanda turistica nazionale, che hanno anche inciso sul divario Nord-Sud, difficoltà aggravatesi nel periodo pandemico.

La crescita della domanda turistica internazionale

A fronte della stazionarietà della domanda turistica nazionale, la crescita delle presenze turistiche in Italia fra il 2008 e il 2023 è fondamentalmente legata alla domanda internazionale. Le presenze turistiche straniere in Italia sono passate, infatti, da circa 162 milioni a oltre 234 milioni, con una crescita del 44,7%.

Nel 2023 le presenze turistiche estere hanno superato quelle italiane, recuperando un trend già affermatosi nel triennio precedente alla pandemia. Si tratta di un trend che ha interessato tutto il territorio italiano: in tal caso, è soprattutto il Mezzogiorno a crescere più del Centro-Nord (55,9% contro 43%). Per quanto il trend in termini percentuali ha premiato il Mezzogiorno, tuttavia, esaminando i dati in termini assoluti, emerge che la crescita di presenze turistiche straniere nel Sud è stata pari a 12 milioni di presenze, a fronte di oltre 72 milioni nel Centro-Nord.

La stagionalità delle presenze turistiche

La domanda turistica in Italia è prevalentemente legata alla stagione estiva: infatti, nei mesi da giugno a settembre si concentra la gran parte delle presenze turistiche, per quanto tale fenomeno si è in parte ridotto nell’ultimo quindicennio.

La stagione estiva nel 2008 aveva registrato il 60,6% delle presenze annuali, nel 2023 ha registrato il 58,6%.

Anche in questo caso, osserviamo un divario fra Centro-Nord e Sud, con una maggiore accentuazione della stagionalità estiva nel Sud, con il 69,3% delle presenze annuali nel 2023, rispetto al 56% del Centro-Nord.

Pertanto, l’obiettivo della destagionalizzazione, che è al centro delle politiche nazionali del turismo, è ancora di grande attualità, soprattutto nel Mezzogiorno.

Peraltro, la stagionalità estiva della domanda turistica in Italia, riguarda più gli italiani che gli stranieri: questi ultimi sono più propensi a visitare l’Italia nei mesi non estivi.

L’obiettivo della destagionalizzazione è, dunque, legato a quello dell’internazionalizzazione delle presenze turistiche.

Una strategia unitaria per lo sviluppo turistico del Mezzogiorno

Come detto, il divario Nord-Sud caratterizza anche il settore turistico. Le regioni, che, come previsto dall’art 117 della Costituzione, sono titolari della potestà legislativa in materia turistica, non sono riuscite sin qui ad esprimere nel Mezzogiorno una capacità collettiva, sufficiente a ridurre i divari con il Centro-Nord.

L’indice di turisticità, che è un indicatore del livello di sviluppo del turismo, presenta nel Mezzogiorno un valore pari a meno della metà del corrispondente del Centro-Nord: nel 2023 è stato pari a 0,47 lo stesso valore del 2008.

L’idea qui proposta è che le Regioni del Sud, d’intesa con il Governo, istituiscano un tavolo di lavoro comune e mettano a punto una strategia unitaria per lo sviluppo turistico sostenibile del Mezzogiorno.

Il recente Piano strategico della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno prevede il turismo tra le filiere da sviluppare e può essere considerato un buon punto di partenza. È, tuttavia, necessario pensare a un piano strategico di lungo termine, strutturato secondo le linee fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo e dalla Banca Mondiale, in tema di «destination management», in grado di affrontare anche il tema del sovraffollamento turistico, che riguarda diverse località.

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