E poi tu dimmi se non è il Sud ad assistere il Nord, non il contrario. Esempio l’editoria. Una Regione (diciamo la Puglia) ha tutto il diritto, anzi il dovere, di sostenere l’imprenditoria locale anche in questo campo. Del resto lo sanno tutti che pure grandi multinazionali che ce la farebbero da sole non sbarcherebbero in un territorio senza cospicui incentivi. Avviene in tutta Italia, anzi nel mondo, quindi calma col solito «dalli al Sud».
Ultimo esempio? La fabbrica di microchip Silicon Box di Singapore, sbarcata a Novara con un investimento di 3,2 miliardi e cospicuo apporto dello Stato italiano, cioè delle tasse degli italiani, meridionali compresi. I meridionali pagano le tasse per far arrivare un’azienda in Piemonte.
Meraviglia? Non meraviglia più nulla, dopo il caso Intel. Il colosso americano era interessato anch’esso a produrre in Italia. Dove? Ricordiamo che si candidò anche la Puglia. Ma c’era la concorrenza (sempre loro) di Veneto, Lombardia e (rieccolo) Piemonte. Lo Stato ci avrebbe messo 4 miliardi (sì, letto bene). Fu tanta la scomposta concorrenza nazionale (che comunque escludeva la Puglia «troppo meridionale») che l’Intel se ne è andata in Germania. Ora con la Silicon Box si è fatto tutto in un silenzio blindatissimo e la fabbrica è finita nel consueto Nord. E la sede italiana del Tribunale europeo dei brevetti? A Milano, sempre Milano che vorrebbe tutto, dall’Expo, all’Human Tecnopole, all’Agenzia europea del farmaco (poi assegnata ad Amsterdam).
Motivazioni? È un film già visto. Il Sud è periferico rispetto all’Europa. E poi i trasporti, come si fa con quei treni e quegli aerei. Cioè: prima si fa di tutto per non dare al Sud, chessò, un’alta velocità ferroviaria, cioè gli si nega il diritto costituzionale alla mobilità. E poi gli si dice: visto che stai in quelle condizioni (non si dice che ti abbiamo messo in quelle condizioni), non puoi prendertela. Poi magari al Sud si fa il G7, cioè arrivano non i kamikaze da viaggio ma i potenti del mondo. E scopri che la geografia, i meridiani, i paralleli, l’emisfero boreale e quello australe non c’entrano niente nell’era in cui si va sulla Luna e si programma Marte.
Torniamo all’editoria. Che al Sud ci siano più festival letterari che lettori di libri, è noto. Puglia in particolare. Allora bisogna fare qualcosa per evitare questo primato, frutto marcio anch’esso dell’incompleto sviluppo: tutte le cifre dicono che più si è sviluppati, più si legge. E viceversa. Noi siamo quello che leggiamo. E sviluppo che dipende anche dai mezzi impari (soprattutto servizi e infrastrutture) forniti dallo Stato a questi diversamente italiani del Sud, ma lasciamo stare.
Bisogna cercare di incrementare l’acquisto di libri e la lettura. In Puglia si fa, forse non quanto o come servirebbe, ma non disuniamoci. I privati sono liberi di spendere come vogliono. Ma se i soldi sono pubblici, dovrebbero soprattutto (leggasi soprattutto) o in sufficiente misura (leggasi sufficiente misura) essere utilizzati per sostenere l’editoria locale e gli autori locali.
Bene, qualcuno ci dica, mettendosi la mano sulla coscienza, se questo avviene. Inviti sempre o quasi ad autori non meridionali per editori altrettanto non meridionali. Spesso autori più benedetti dalla tv che dalla lingua italiana. Spesso più il personaggio (abitualmente nordico) che il letterato.
E non ne parliamo dell’orgia dei premi (chiavi della città comprese) con tanto di contributo dell’assessorato: ai limiti dell’autoflagellazione, Tanto da dare ragione a Flaiano: I premi? Non basta rifiutarli, bisogna non meritarli. Una subordinazione soprattutto mentale.
Dice: non fate i provinciali, aprirsi al mondo serve a tutti, altrimenti non cresciamo mai. Va bene, ma così rischiano di non crescere neanche gli autoctoni, editori compresi, notoriamente con meno mezzi a disposizione più che con meno capacità. E discorso a parte per l’editoria scolastica: conosciamo i tanti casi di libri storici antimeridionali di editori settentrionali.
È la trappola coloniale del sottosviluppo: meno ti faccio crescere, più posso accusare te della tua mancata crescita. E meno ti vengo incontro, meno ti riterrò degno che io lo faccia. Fino all’estremo delle tue risorse utilizzate anche per far crescere gli altri non essendo capace di crescere tu. Appunto il Sud che assiste il Nord: dalle pensioni (ci sono più lavoratori al Nord e sono pagati anche con le tasse del Sud), alla cassa integrazione guadagni, agli incentivi e aiuti statali alle imprese (anche le imprese sono di più al Nord), alle fondazioni bancarie (fondi rastrellati anche al Sud e spesi al Nord dove le fondazioni hanno sede legale). Fino alla letteratura e all’editoria. Salvate il soldato Autore meridionale. Onore al Milite Ignoto del libro del Sud a rischio di restare ignoto per sempre.