Sabato 06 Settembre 2025 | 22:33

L’economia pugliese si è arenata sulla spiaggia: riportiamola in mare

 
Nicola Didonna

Reporter:

Nicola Didonna

Economia: nel 2019-2023 Potenza crescita zero

Bisogna andare a vedere come se la passano imprese e famiglie. E non possiamo esimerci da prestare attenzione all’andamento anche del credito a sostegno di imprese e famiglie

Venerdì 05 Luglio 2024, 15:40

Se la Puglia fosse andata a scuola, i professori avrebbero detto: «La ragazza è brava, ma potrebbe fare di più. Sufficiente, 6+». Eh sì, perché guardando i voti conseguiti nella classe delle Regioni sulla base delle Relazioni annuali di Banca d’Italia degli ultimi 2 anni, 2022 e 2023, si nota che l’attività economica della Puglia è sempre sotto la media nazionale, ovvio, e sostanzialmente in linea fra le 8 regioni meridionali: Puglia ( +3,3% nel 2022; +0,7 % nel 2023); SUD (+3,4% nel 2022; +0,7 % nel 2023) Italia (+3,7% nel 2022; +0,9% nel 2023). Anche nella frenata, non solo nell’incremento, è nell’aurea mediocritas.

Fatta questa premessa bisogna andare a vedere nel concreto come se la passano le imprese e le famiglie. Per rispondere a questa curiosità non possiamo esimerci da prestare attenzione all’andamento non solo dell’attività economica ma anche del credito a sostegno di imprese e famiglie.

Il 2022 è stato più ricco e con il tasso Bce a zero fino a tutto il primo semestre, salito al 2,5% per la fine dell’anno. Il 2023 si è mostrato più povero e con credito più difficile e più costoso con il tasso Bce fino al 4,5%. È qui la chiave di lettura dello stato di salute per imprese e famiglie.

Però mentre le imprese, ritrovatesi solide patrimonialmente e con tassi di indebitamento ridotti rispetto alle medie storiche, sono riuscite a sopravvivere scaricando sul mercato gli aumenti inflattivi, le famiglie hanno dovuto registrare aumenti di reddito nominale e occupazione ma riduzione del potere reale di acquisto.

In sostanza siamo tutti un po’ più occupati, ma più preoccupati. Questo perché l’incremento dell’occupazione si è concentrato nei settori produttivi, edilizia e turismo, in cui è stagionale per definizione e povera e precaria per la ridotta dimensione aziendale e il basso valore aggiunto. Tant’è che un quarto del Valore Aggiunto regionale è stato creato da multinazionali che rappresentano solo l’1,5% degli stabilimenti in regione; e le multinazionali, si sa, non tendono a lasciare il valore aggiunto prodotto sul territorio.

Le imprese degli altri comparti hanno dovuto registrare un rallentamento dell’export sebbene più ridotto rispetto al Mezzogiorno ma più intenso della media nazionale. Nel complesso appariamo come un barca che si sta arenando avvicinandosi alla riva con la bassa marea.

Rallentano gli investimenti e i consumi privati, si riduce il credito, aumenta il lavoro povero e si contrae la spesa corrente pubblica. Risulterebbe essenziale far alzare la marea per risollevare la barca con l’acqua rappresentata dalla spesa pubblica in conto capitale mediante un uso più rapido ed efficiente dei Fondi Comunitari.

E qui casca l’asino: la Commissione Europea ha invitato l’Italia, in una raccomandazione del 19 giugno scorso, ad accelerare nell’attuazione dei programmi di coesione per superare le disparità che esistono fra Centro-Nord e Mezzogiorno.

È essenziale la rapida attuazione degli investimenti in ricerca, innovazione e competitività, migliorare i servizi pubblici essenziali al Sud e supportare una adeguata formazione di Neet (giovani che non lavorano e studiano) e donne per aumentare l’occupazione e non la sottoccupazione.

La fotografia della spesa dei Fondi Europei 2021-27 a fine aprile fornisce un quadro desolante: su 74 miliardi destinati al Sud solo lo 0,9% risultano spesi.

La prospettiva non migliora se volgiamo lo sguardo alla firma e attuazione degli Accordi per la Coesione fra Ministero e Regioni: 17 firmati ma in attesa di via libera della Corte dei Conti; 3 (Puglia, Campania e Sardegna) ancora in via di definizione. E la barca intanto si è arenata sulla spiaggia e diventa sempre più difficile condividere l’ottimismo ostentato in varie occasioni; la differenza fra la realtà vera e quella raccontata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)