C’era una volta la Pia Unione Contro la Bestemmia e il Turpiloquio. Congregazione fondata nel 1864 con sede presso la romana chiesa di Sant’Ignazio. Lodevole iniziativa d’impronta gesuitica che incontrò il plauso di papa Pio IX.
Le bestemmie, per fortuna, sono ormai quasi del tutto cadute in disuso, ancor più in pubblico, anche se alcune sono scappate in qualche reality, in qualche «fuori onda» e celebre è stata quella sfuggita a Leopoldo Mastelloni in tv nel lontano 1984.
Resta ben vivo e vivace il turpiloquio e, nel giro di quarantotto ore, ne hanno dato dimostrazione niente di meno che il Papa e la Presidente del Consiglio.
Dall’alto della sua infallibilità il Santo Padre ha affermato che «c’è troppa frociaggine…» mentre Giorgia Meloni, salutando il governatore della Campania ha esclamato: «Presidente De Luca sono quella stronza della Meloni …».
Turpiloqui veniali, s’intende, anche se non sembrano «voce dal sen fuggita» ma pronunciati «con piena avvertenza». Premeditati addirittura.
Si potrà dire che nel caso di Meloni il turpiloquio sia ancor più veniale perché si tratta di citazione di turpiloquio attribuito allo stesso De Luca.
Più enigmatica la frase del Papa che lascerebbe presupporre una certa vastità di vocazioni tra i gay. Il che sarebbe un’affascinante questione etico-teologica prima di ritenerla un problema, per così dire, di ordine pubblico.
In tutti e tre i casi - il Papa, De Luca e Meloni - si potrebbe ascrivere l’uso del turpiloquio a una certa vena popolaresca.
Bergoglio viene dal barrio di Flores a Buenos Aires, ha fatto persino il buttafuori in un locale di Cordoba. De Luca è soprannominato «Lo Sceriffo» e tanto basta. Meloni si è sempre fatta un vanto del venire dalla Garbatella, zona schiettamente popolare. Insomma, un po’ di turpiloquio ci sta.
E non ci si venga a dire che è questione di stile o, peggio, di buona educazione. Moltitudini di parrucconi sollevano il sopracciglio, si scandalizzano, si turbano. Qualcuno alza il ditino indignato. Ipocriti!
In fondo il turpiloquio accorcia le distanze, riporta sulla terra. Un Papa e una Presidente del Consiglio, cui scappano le parolacce, consolano dall’imperante catastrofe del politicamente corretto, del conformismo, del perbenismo.
E comunque per farisei, filistei e conformisti resta l’invito a tutti gli adepti alla Pia Unione Contro la Bestemmia e il Turpiloquio che all’articolo uno prescrive:
«Ogni giorno recitare, in ossequio di Gesù Signor Nostro, un Pater-Ave-Gloria per la conversione dei poveri peccatori, specialmente irreligiosi e sboccati di lingua …». Escluso che Bergoglio e Meloni siano «poveri peccatori, specialmente irreligiosi» resta che siano almeno un po’ «sboccati di lingua».
La Pia Unione pregherà per loro.
















