Dalla Puglia al resto del mondo: la lunga strada di don Vincenzo nel nome di don Tonino Bello, attraverso le vie della Chiesa di Roma nel complesso e sfaccettato mondo contemporaneo! Sabato, nella Basilica di San Pietro, c’è stata l’ordinazione di mons. Vincenzo Turturro, nominato, lo scorso 29 dicembre, da papa Francesco arcivescovo titolare di Ravello e nunzio apostolico in Paraguay. La celebrazione, con il rito di ordinazione, è stata presieduta dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità.
Chi è mons. Turturro? Certamente si può definire uno degli uomini fidati di papa Bergoglio, grande esperto di politica estera e già molto attivo nel delicato e cruciale ruolo della diplomazia vaticana.
Come noto, è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi il 31 ottobre 2003 ed è laureato in Diritto canonico; è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede a, luglio 2009, ha prestato successivamente la propria opera nelle delegazioni Pontificie in Zimbawe, Nicaragua (2012) e Argentina (2015); è stato successivamente nominato cappellano di Sua Santità e, nel 2023, prelato d’onore di Sua Santità. Dal gennaio 2019 è stato trasferito alla sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato e dal 2019 ha svolto il proprio servizio presso la Segreteria particolare del Cardinale Segretario di Stato Parolin.
Che Paese incontrerà mons. Turturro nella sua delicata missione? Innanzitutto, per inquadrare un po’ lo strato sociale del Paraguay occorre dire che, al momento, il settore terziario è al centro dell’economia, specialmente per il fenomeno dei prodotti importati e, subito dopo, riesportati nei Paesi vicini. Tuttavia il tema è controverso. Il dato economico non è da poco, perché questa “triangolazione” commerciale ha portato allo sviluppo di Ciudad del Este, parte della cosiddetta “triplice frontiera”, dove gli scambi commerciali sono secondi solo a Miami e Hong Kong. Nel corso degli anni, qui, si sono insediati grandi comunità di immigrati di origine cinese, coreana, araba, indiana e libanese: su questi ultimi, in particolare, è stata registrata una presenza radicata anche a sostegno di Hezbollah, la nota organizzazione paramilitare islamista sciita e fortemente antisionista. L’enorme sviluppo che la città appena citata ha registrato, negli ultimi anni è dovuto essenzialmente alla sua condizione di “porto franco” per i commerci transfrontalieri con Brasile e Argentina, dove i prodotti sono meno tassati: quest’area dovrebbe essere la più controllata al mondo, ma è doveroso dire che monitorare il gigantesco flusso di macchine, che ogni giorno attraversano il cosiddetto “ponte dell’Amicizia” non è possibile, per cui quotidianamente, da qui, transitano apparentemente solo merci ma poi, nel concreto, circolano armi e droga, diretti a tutto il mondo: Ciudad del Este è ora uno dei più noti luoghi di contrabbando e traffici criminali. In particolare, il Paraguay è uno dei trampolini, assieme alla regione brasiliana del Mato Grosso, per la base dell’organizzazione criminale brasiliana, fondata, nel 1993, da detenuti nella prigione di Taubaté a San Paolo.
La missione di mons. Turturro sarà anche volta alla tutela dei minori, che, sempre più, in quella complessa area della Terra, vengono arruolati come piccoli militari, strappati - dai traffici illegali della morte - al loro diritto naturale all’infanzia. In conclusione, il Paraguay è, ora, uno dei Paesi più in vista dell’area, ma anche tristemente rilevante sia per l’illegalità sia per l’evidente ambiguità politica, rivolta agli Stati Uniti così come agli Stati tradizionalmente di sinistra. Inoltre, lì, si registrano rapporti fin troppo ambigui con il terrorismo internazionale. Come ha scritto l’analista geopolitico Federico Larsen, negli ultimi anni il Paraguay è tornato a far parlare di sé, specialmente in quanto tassello chiave dei traffici in tutto il Sudamerica, peraltro ultimo bastione della diplomazia di Taiwan nel subcontinente. Tali questioni hanno segnato, e ancora contraddistinguono, il dibattito legato alle ultime elezioni presidenziali, vinte dal candidato del Partido Colorado (governativo) Santiago Peña Palacios contro il leader della coalizione dell’opposizione. Il Paraguay, dunque, ha una notevole importanza nelle questioni geopolitiche dei nostri tempi, anche in relazione ai temi dell’immigrazione e del cambiamento climatico. La missione di don Vincenzo, nata in questo tempo di preparazione alla Pasqua, avrà un ruolo cruciale nei delicati rapporti con tutta quella regione.