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Medici multati: quando è lo Stato a remare contro

 
Rossana Gismondi

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Rossana Gismondi

Paziente suicida al Policlinico di Bari, indagati medici e direttore generale

La vicenda è talmente paradossale da non poter che essere distintivamente italiana

Giovedì 26 Ottobre 2023, 13:26

La vicenda dei medici multati per aver fatto troppi straordinari durante il Covid è talmente paradossale da non poter che essere distintivamente italiana. Nel nostro Paese, il paradosso è la regola. Insieme con la percezione (percezione si fa per dire poiché i tre medici sono state comminate multe fino a 30 mila euro) che chi fa il proprio lavoro con abnegazione e dovere, alla fine ci rimette. Il paradosso s’accompagna con l’italianissimo «ma chi te lo fa fare?» E il timore è proprio in questa domanda rivolta, di solito, a quelli che tengono in piedi ogni giorno la sgangherata Italia, difendendola proprio da quelli che invece la sgangherano. Ognuno da par suo, naturalmente.

In questo caso inflessibili burocrati che, attraverso una verosimilmente lunga catena di comando (poiché non si sbaglia mai in solitudine), sono arrivati a mettere nero su bianco ciò che la regola impone. Già: chi mai si potrebbe assumere nell’Italia del «non mi compete» la responsabilità di una decisione contro le regole di una burocrazia cieca e sorda, inversamente ragionevole sulle evidenze reali? Nella fattispecie, prima di multare non sarebbe stato opportuno chiedersi: poteva il medico responsabile allontanarsi dal reparto di urgenza del Policlinico di Bari per godere di un turno di riposo? O questo avrebbe verosimilmente significato la morte di uno dei tanti malati di covid? Infrangendo le regole infatti, si sono salvate le vite di circa 8600 pugliesi, di cui 1600 ventilati meccanicamente. E si può imputare ai medici il fatto di essere pochi, o che la sanità ospedaliera sia organizzata male? Ritmi disumani, stipendi bassi, scarsa sicurezza: si calcola che quest’anno i medici in fuga dagli ospedali saranno oltre 5mila.

Verso altri Paesi o verso la sanità privata. In Puglia mancano 982 medici, in Salento, per rimanere a casa nostra, 100 operatori sanitari andranno in pensione entro il 2024 senza essere rimpiazzati: il che significherà un rallentamento delle attività ospedaliere. Un dato di fatto evidente e già ora prevedibile nelle ricadute nefaste: pure in questo caso lo Stato risponderà multando chi lavorerà troppo per colmare lacune o multerà i lautamente pagati superdirigenti ospedalieri che quella organizzazione dovrebbero assicurare? E ci saranno ancora medici disposti a rischiare una sanzione per aver fatto uno straordinario di troppo? C’è da augurarsi di sì, evidentemente: Dio non voglia che nessun medico si ponga da solo la domanda - chi me lo fa fare?- dinanzi a un malato che non avrebbe cure, se lui non fosse lì .

Ora: Vito Procacci, uno dei medici multati, responsabile del pronto soccorso del Policlinico di Bari, nei giorni in cui medici e infermieri venivano chiamati «eroi«, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica per evidenziare sconcerto, amarezza, ingiustizia, domande, considerazioni. E il presidente della Repubblica ha sospeso il provvedimento. Vivaddio: il ministero ha annullato tutto. Ma quei sentimenti e risentimenti riguardano tanti italiani. Quelli che il «chi me lo fa fare» o il «non mi compete» non ce l’hanno nel linguaggio e nella deontologia, oltreché nell’anima. Quelli che cercano ogni giorno di fare il proprio lavoro. Con uno Stato - incattivito da una burocrazia sempre più cieca e sorda- che gli rema contro.

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