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Caso Moro, ora gli inquirenti completino il lavoro iniziato dalla commissione d’inchiesta

 
Luigi Ferlicchia

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Luigi Ferlicchia

Caso Moro, ora gli inquirenti completino il lavoro iniziato dalla commissione d’inchiesta

A 45 anni di distanza implacabile è la ricerca della verità che pian piano si è affacciata in una dimensione tutta sua apparendo diversa e più completa rispetto alle iniziali affermazioni degli inquirenti dell’epoca

Martedì 09 Maggio 2023, 12:50

Il 16 marzo si è celebrato il 45° anniversario della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, ad opera delle Brigate Rosse e a passi veloci siamo arrivati ad oggi, ricorrenza dell’assassinio dello statista di Maglie.

Infatti, il 16 marzo del 1978 alle ore 9.10 in via Fani veniva rapito dalle Brigate Rosse l’On. Aldo Moro e la sua scorta (Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi), venivano trucidati da un commando di 16 terroristi con ferocia inaudita.

A 45 anni di distanza implacabile è la ricerca della verità che pian piano si è affacciata in una dimensione tutta sua apparendo diversa e più completa rispetto alle iniziali affermazioni degli inquirenti dell’epoca.

Sul canale televisivo LA 7 è stato presentato un servizio nel quale per la prima volta sono stati trasmessi tutti gli elementi pro e contro delle varie tesi che si sono avvicendate nel tempo.

C’è una tesi antica che vede via Montalcini n.8 essere stata la prigione di Moro ed una emersa dalla Commissione d’inchiesta «Moro 2» nella quale la prigione di Moro è individuata verosimilmente in quel di via Massimi n.91, al quale si accedeva attraverso una basculante da via Della Balduina 323 e con un percorso seminterrato del garage di oltre 100 metri attraverso il quale si perveniva all’accesso pedonale di via Massimi 91, lì dove Aldo Moro l’avrebbero fatto scendere e condotto al quinto piano in un appartamentino predisposto per ospitarlo.

Il tutto secondo testimonianze accertate dalla stessa Commissione Moro 2, anche sulla base del fatto che le tre automobili che hanno condotto Moro da via Fani alla prigione sono state trovate parcheggiate in via Licinio Calvi secondo una sequenza di orari ben individuata dagli organi di Polizia. Via Licinio Calvi è adiacente ai luoghi di via Della Balduina e via Massimi 91, per cui la guardia di finanza nei giorni 17, 19 e 21 marzo attraverso i propri organi centrali ha fatto pervenire una informativa diretta, specifica e precisa al ministro Francesco Cossiga, il quale non ha preso in alcuna considerazione le suddette informazioni.

Il tutto è ben documentato dalla Commissione Moro 2, i cui atti costituiscono un punto essenziale per la ricerca della verità.

Ed inoltre al fine della ricerca della certezza dei fatti è molto importante dell’ubicazione dell’auto Aston Martin che è stata trovata parcheggiata in via Fani, lì dove il fioraio Spiriticchio posizionava il proprio furgone per la vendita dei fiori.

L’Aston Martin ha impedito la possibilità di fuga dell’auto dove si trovava Moro, bloccando l’accesso a destra, non avendo alcuna possibilità a sinistra ove vi era la 128 bianca con Moretti alla guida.

Appare quindi chiaramente falso e reticente il memoriale di Morucci, il quale racconta cose diverse e prive di riscontro reale.

Or bene vi è una posizione di quanti si riconoscono ancora nelle vecchie versioni mentre la freschezza reale delle conclusioni della Commissione Moro 2 ci portano ad individuare anche l’assassinio avvenuto per mano di un killer di nome De Vuono, di origini calabresi e brigatista vicino alla ‘ndrangheta.

Per tanto la verità a 45 anni di distanza è possibile individuarla a condizione che gli inquirenti completino l’ultimo scorcio iniziato dalla Commissione Moro 2, che per mancanza di tempo, in quanto la legislatura stava volgendo a termine, non ha potuto portare a conclusione l’ultima parte del lavoro.

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