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Cara, vecchia gita scolastica ormai «accorpata» nel business del turismo

 
Enzo Verrengia

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Enzo Verrengia

Cara, vecchia gita scolastica ormai «accorpata» nel business del turismo

C’era una volta la gita scolastica, con la colazione a sacco e la magia di una giornata in cui si rimescolavano le carte dei ruoli scolastici istituzionali

Sabato 25 Marzo 2023, 13:00

C’era una volta la gita scolastica, con la colazione a sacco e la magia di una giornata in cui si rimescolavano le carte dei ruoli scolastici istituzionali. Per quell’occasione, gli insegnanti non stavano più in cattedra ma diventavano compagni di allegria e anche il loro abbigliamento severo cedeva alla praticità dei jeans, delle scarpe da ginnastica e dei giubbotti. Certo, persisteva la responsabilità del controllo, dell’irrinunciabile preoccupazione di evitare che “qualcuno si facesse male”. Pupi Avati seppe catturare il clima e lo spirito di quest’ennesimo rito di passaggio nel suo splendido film Una gita scolastica, del 1983, dove peraltro affiora un’altra connotazione di quelle agognate parentesi primaverili nel ciclo didattico: gli innamoramenti fra professori e professoresse. Ambientata nel 1914, la vicenda restituisce una modalità ormai perduta all’epoca stessa dell’uscita nelle sale: la percezione asessuata del corpo docente, che faceva il paio con quella dei genitori. Invece anche quegli adulti quotidianamente ingessati, autoritari o benevoli, avevano (e hanno) dei sentimenti.

Edmondo De Amicis aveva preceduto Avati narrando “in diretta” quell’Italia perduta nelle strade del tempo con Cuore, dove lo scolaro protagonista si perde nella bellezza di una gita con il padre che compensa la restrittività di una scuola ancora tutta incentrata anche fisicamente sull’architettura degli istituti a cui si va solo per imparare e non anche a fruire di edonismo.

Cos’è accaduto nel frattempo.

Le gite scolastiche si sono dilatate nel tempo e nello spazio. Da blande escursioni fuori porta e in campagna, si sono accorpate nel business del turismo. Durate sempre più lunghe (si vedano le settimane bianche) e mete sempre più lontane, anche oltre confine. Al punto che oggi si valuta il costo del viaggio di una comunità studentesca da 350 a 650 Euro. «Tantissimi studenti non partiranno quest’anno perché l’inflazione pesa sulle famiglie e senza sostegni il diritto allo studio non è garantito», dichiara Paolo Notarnicola di Rete degli studenti medi.

Una soluzione è scegliere destinazioni più accessibili: Torino, la Puglia, la Sicilia o Toscana, per raggiungere le quali comunque non si spende meno di 400 euro. Altri istituti superiori, specialmente i licei, hanno stanziato per le famiglie un “fondo di solidarietà” con il fine di sostenere la partecipazione degli studenti alle iniziative extrascolastiche.

Sono consultabili tariffari dei costi di viaggio e di soggiorno per le capitali europee più attrattive per i giovani, in testa Barcellona.

Ma alle questioni economiche se ne aggiungono altre, talvolta allarmanti. Tornando alle citazioni, fu William Golding con Il signore delle mosche a ravvisare lo spirito del branco che emerge fra i giovanissimi. Certo, è qualcosa che risale al mito della caccia selvaggia e, più indietro nei secoli, al Taigeto di Sparta. Adesso, però, vi si unisce il trinomio sesso-droga-e-rock’n roll. La frenesia adolescenziale, o tempesta ormonale che dir si voglia, conferisce alle gite scolastiche inquietanti connotazioni. C’è uno stillicidio di morti inspiegabili, cadute letali dai balconi e dai loggiati degli alberghi, coma etilici, overdosi. Festa mobile, verrebbe da pensare, con Hemingway. La gita si presta a trasformarsi in una proiezione itinerante della movida esagerata, se non violenta. È l’esportazione altrove di smanie derivate da un sovraccarico di digitalizzazione, disorientamento psicologico o scoperta ebetudine che affligge i nuovi arrivati, già post millennial. Afferma Umberto Galimberti: «Ci troviamo nell’età del nichilismo, dove il futuro non è una promessa; mancano le risposte necessarie a domande essenziali, ad esempio “come stare al mondo”. Il futuro glielo abbiamo tolto noi, facendo a meno di loro».

Ancora una volta, la metamorfosi della società post-moderna costringe a rivedere ogni parametro. Anche la gita scolastica perde l’aura di struggimento che in passato avvolgeva le memorie individuali e collettive.

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