Con la riforma del lavoro il governo mira a fare dei lavoratori, soprattutto giovani, persone usa e getta. Dopo la reintroduzione dei voucher, con il nuovo decreto annunciato per fine mese dal Ministro del lavoro Calderone, si vorrebbero rendere più flessibili e veloci i contratti a tempo determinato. L'obiettivo è invece smantellare tutte quelle tutele sul lavoro introdotte dal governo Conte con il decreto Dignità per contrastare gli abusi sui lavoratori precari e favorire il lavoro stabile. L’intento è chiaramente quello di stabilizzare la precarietà del lavoro.
In particolare, il governo Meloni intende ampliare la durata dei contratti precari, aumentare il numero delle proroghe e eliminare persino la causale, ossia la motivazione che giustifica il lavoro a tempo determinato. In questo modo, si vuole favorire il lavoro selvaggio e introdurre la schiavitù 2.0. Ciò avrebbe conseguenze devastanti soprattutto per i giovani, che già oggi hanno grandi difficoltà a crearsi una prospettiva di vita stabile.
Il governo Meloni fa finta di proteggere i giovani, che sono il nostro futuro, mentre, invece, poi li costringe ad «accontentarsi» di fare un qualsiasi lavoro, peraltro poco remunerato, non dignitoso e in molti casi privo delle tutele sulle norme di sicurezza.
È chiaramente contro il lavoro stabile, dignitoso, sicuro, protetto, così come peraltro dimostra anche la reintroduzione dello scudo penale per l’ex Ilva, ovvero un vero diritto a uccidere. Non solo, l’attuale esecutivo è anche contro chi ha un lavoro povero. Non ha, infatti, voluto introdurre, come nella stragrande maggioranza dei Paesi Europei, il salario minimo di 9 euro lorde l’ora, così come proposto da tempo dal MoVimento 5 Stelle.
A tal riguardo, dimentica che i salari in Italia sono tra i più bassi d’Europa e sono fermi da circa trenta anni. Per questo, il MoVimento 5 Stelle, dopo aver ridotto gli oneri sul costo del lavoro, chiede da tempo una corposa riduzione del cuneo fiscale.
Mettere più soldi in tasca ai lavoratori, senza aumentare i costi del lavoro per le imprese, significa anche creare e sostenere l’economia, soprattutto in questo momento di difficoltà economica e con una possibile recessione in arrivo. Come si pensa, in un Paese che si ritiene civile, di lasciare questi lavoratori in balia di un’inflazione arrivata a due cifre che erode sempre di più il potere di acquisto e con i rincari dei costi dell’energia? Anzi, ci troviamo di fronte ad un governo che non ha assolutamente mosso un dito per evitare i rincari scattati con l’inizio del nuovo anno. Si era detto che il primo obiettivo fosse non penalizzare i cittadini, che ora, invece, si ritrovano a pagare 20 centesimi in più al litro per la benzina perché non si è voluto nemmeno prorogare le agevolazioni precedenti.
Il governo Meloni è anche contro chi non ha persino un’occupazione, per aver soppresso di fatto il reddito di cittadinanza, il quale andava soltanto migliorato per la parte relativa alle politiche attive del lavoro. Con l’eliminazione poi della congruità del lavoro, ha mostrato chiaramente di non comprendere che dietro quel concetto c'è la dignità del lavoratore. Questa ultima decisione, certamente, creerà le condizioni per ampliare un disagio sociale già in atto da tempo.
Per tutte queste ragioni, appare chiaro che la maggioranza di governo abbia come obiettivo la penalizzazione dei più fragili e di coloro che sono in una condizione di difficoltà.
Lo smantellamento del reddito di cittadinanza, unito a buste paga da fame e alla liberalizzazione del lavoro precario, significano una visione distorta del mercato del lavoro. Si torna indietro, così, di decenni, cancellando una serie di tutele dell’occupazione conquistate. Tutto questo è inaccettabile ed il Movimento5Stelle lotterà per difendere la dignità del lavoro, così come prevede la Costituzione.
















