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Manovra e reddito, il governo fa la guerra ai poveri invece di farla alla povertà

 
Marco Lacarra

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Marco Lacarra

Manovra e reddito, il governo fa la guerra ai poveri invece di farla alla povertà

In Puglia ci sono 100.000 famiglie che prendono il Reddito di Cittadinanza, per un totale di più di 230mila persone coinvolte

Lunedì 28 Novembre 2022, 14:03

Gentile Direttore, è la legge di bilancio, la cosiddetta «manovra», lo strumento che qualifica l’azione di un Governo e dà chiare indicazioni su quale sia la direzione che intende seguire.

Dopo due mesi dalle elezioni e con larghissimo (e in parte giustificato) ritardo, da qualche giorno abbiamo potuto leggere il testo della prima legge di bilancio del Governo Meloni. Una lettura da cui emergono due aspetti che, secondo me, descrivono esaustivamente l’indole della destra italiana. Da un lato, il populismo che, come al solito, si scontra frontalmente con la realtà dei fatti. Ricordiamo tutti come riecheggiavano, nelle piazze italiane dello scorso settembre, le promesse assurde di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini. Tasse piatte, cartelle elettorali da stracciare, zero immigrazione, pensioni minime a mille euro e via dicendo. Questa prima finanziaria smentisce tutto e tutti. La solita montagna che partorisce un topolino, in pratica.

Dall’altro, l’aspetto sicuramente peggiore. La destra non fa la guerra alla povertà, ma ai poveri. Mentre si continuano ad elargire sconti ed agevolazioni ai furbi e a chi è già garantito, si taglia di netto l’assegno dei percettori del reddito di cittadinanza. Una decisione scellerata: dal mese di agosto, più di 400mila famiglie (praticamente tutte quelle in cui non ci sono figli minori, over 60 o persone disabili) perderanno l’accesso alla misura di sostegno al reddito e saranno di fatto lasciate al loro destino. Dal 1° gennaio 2024 si toglierà l’assegno a tutti gli altri.

Partiamo da una premessa. Finora tutto il versante del sostegno alla ricerca di un lavoro per queste persone non ha mai funzionato. Basti pensare che negli ultimi due anni - tempi disgraziatissimi, per carità - meno di 300 persone in tutta Italia, percettori di RdC, sono state assunte grazie agli incentivi messi in campo dallo Stato. Ma a maggior ragione c’è da chiedersi come pensa Giorgia Meloni di trovare, in soli otto mesi, un lavoro a quasi 700mila persone, se l’unica risposta data finora è limitata alla proroga di questi stessi incentivi che hanno fatto forfait. Soprattutto se consideriamo quanto ci dice l’ANPAL: solo il 13% dei beneficiari dei cosiddetti «occupabili» sono pronti a lavorare da subito. E degli altri? Questo il Governo non ce lo dice; o forse - è allora lecito pensare - proprio non lo sa.

Come non si sa se la responsabilità di questa mission impossible sarà scaricata sulle Regioni, già alle prese con la complessa risoluzione di tante crisi industriali in giro per il Paese. Facciamo l’esempio della Baritech, una realtà vicina a noi. Il 31 dicembre di quest’anno, allo scadere della cassa integrazione, 118 dipendenti saranno completamente sprovvisti di qualsiasi copertura. Operai specializzati, per la maggior parte dei casi, per cui trovare un nuovo impiego non è cosa semplice. Figurarsi a quei cittadini, come ce ne sono molti tra i percettori del Reddito, che per motivi diversi e legittimi sono da anni tagliati fuori dal mercato del lavoro. Per non citare tutti coloro che non hanno un titolo di studio che supera la licenza media inferiore ma che si pretende siano perfettamente in grado di lavorare ovunque e comunque.

In Puglia ci sono 100.000 famiglie che prendono il Reddito di Cittadinanza, per un totale di più di 230mila persone coinvolte. Nella sola provincia di Bari sono più di 26mila famiglie, corrispondenti a più di 60.000 persone raggiunte, di cui a malapena uno su sei è occupabile. Ammesso pure che si trovino 10.000 nuovi posti di lavoro che servirebbero, cosa si intende fare per tutti gli altri? Davvero si vuole tornare alle social card per comprare i beni di primissima necessità? Una misura indegna e degradante, che qualifica l’indigente e lo relega vita natural durante all’indigenza.

Insomma, un passo indietro che non vogliamo e non possiamo permetterci. Soprattutto ora. Dopo due anni di pandemia che hanno messo in ginocchio l’economia nazionale e danneggiato fortemente le imprese dei nostri territori, particolarmente al Sud. Ora che la crisi energetica imperversa e famiglie e imprese si affannano per pagare le bollette di luce e gas, il Governo vuole colpire i più bisognosi, proprio chi è in una situazione di necessità più grave. E per cosa, poi? Per dare alle Partite Iva con redditi da 65.000 a 85.000 euro la possibilità di accedere all’aliquota fiscale agevolata al 15%...

Caro Direttore, di «manovre» ne abbiamo viste tante ma questa le supera tutte: è un’inversione a «U» che ci porta indietro di anni, a quando «i ristoranti sono pieni», «sugli aerei a fatica si trovano posti» e la povertà si nega, piuttosto che combatterla.

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