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Le pose sexy di Arisa e quell’erotismo che non si addomestica

 
Andrea Di Consoli

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Andrea Di Consoli

Arisa stupisce i fan con gli scatti osé al lago Pantano in Basilicata

L’esibizionismo è anche una forma di immaturità, ed esprime il bisogno di definire la propria identità attraverso l’interesse e l’attenzione degli altri. Chi non ne soffre scagli la prima pietra.

Sabato 12 Novembre 2022, 15:06

15:41

È da un po’ di tempo che Arisa, cantante pop di grande talento, manifesta pubblicamente un’inquietudine esibizionistica. Stanno facendo molto discutere le sue foto in autoreggenti presso il lago Pantano di Pignola, suo paese lucano d’origine. I commenti social sono abbastanza polarizzati: da un lato c’è chi dice che ognuno è libero di fare ciò che vuole, dall’altro c’è chi sottolinea un po’ moralisticamente che una brava cantante non dovrebbe avere bisogno di mostrarsi in pose sexy per avere successo. Come al solito, si preferisce rimanere in superficie per paura di andare a fondo nelle vitali contraddizioni della vita.

L’esibizionismo è un tratto distintivo di quest’epoca. E non ci si riferisce soltanto all’esibizione del corpo - per chi se lo può permettere - ma anche dei sentimenti, dei momenti privati, dei pensieri più intimi, dei talenti. Tutti noi, chi più chi meno, sentiamo il bisogno di esibirci, solo che ci sono alcune forme di esibizionismo che sono più tollerate e altre meno. L’esibizionismo è anche una forma di immaturità, ed esprime il bisogno di definire la propria identità attraverso l’interesse e l’attenzione degli altri. Chi non ne soffre scagli la prima pietra.

In Occidente, nel 2022, è impensabile credere di scandalizzare mostrandosi in autoreggenti. Basta aprire Instagram per rendersi conto che una marea di uomini e di donne sentono il bisogno di farsi ammirare in pose provocanti e sensuali. Ma se non lo si fa per scandalizzare, allora perché lo si fa? Lo si fa, molto semplicemente, perché in una società libera ognuno decide come e fino a che punto esprimere davanti agli altri ciò che prova e ciò che sente.

Dicono che Arisa sia in cerca di visibilità. Ne dubitiamo, perché la cantante lucana ha una notevole reputazione artistica, e non rischia certamente l’invisibilità, che è uno dei «disvalori» di quest’epoca di spettacolo pervasivo. Se lo fa è perché si sente libera di esprimere qualcosa che prova - e non sta a noi indagare il movente psicologico profondo di questa scelta - e che ritiene importante in questa fase della sua vita.

Noi siamo lo sguardo degli altri, ha scritto qualcuno. Un postulato che è vero solo fino a un certo punto, perché noi siamo anche ciò che siamo indipendentemente dagli altri. Ma è indubbio che lo sguardo degli altri pesa molto sulla nostra autostima, tant’è che siamo tutti in cerca di attenzioni o approvazioni. Parlare di pudore in un’epoca libertaria e post-religiosa è solo un modo, molto spesso, per non ammettere di avere pulsioni esibizionistiche che vengono tenute a bada solo per paura del giudizio negativo degli altri. Per parafrasare Oscar Wilde, spesso si danno buoni consigli quando non si ha il coraggio di dare il cattivo esempio.

Che una donna o un uomo vogliano piacere è perfettamente naturale. A volte prevale l’aspetto umano, psicologico, culturale, valoriale, a volte prevale l’aspetto sensuale, erotico, provocante. Sull’erotismo siamo tutti molto vulnerabili, perché la maggioranza delle persone si sente irrisolta da un punto di vista estetico ed erotico. Insomma, sono in pochi a piacersi davvero. Non appena qualcuno si esibisce in pose apertamente erotiche, ecco azionarsi in noi la leva moralistica e paternalistica, evidentemente perché l’erotismo non è addomesticabile, e apre dentro di noi paure, insicurezze e il bisogno di profondo di sapere che nessuno è poi così libero al punto di vivere l’erotismo senza alcun «buon sentimento». L’erotismo non è mai rassicurante proprio perché svincola il desiderio da qualsiasi forma di controllo e di «fedeltà».

Qualcuno dice che certe cose bisogna farle in privato. Ma l’esibizionismo è un impulso innato nelle persone, e così come un buon oratore si compiace di parlare bene, così una bella donna o un bell’uomo si compiacciono di essere ammirati esteticamente. In linea teorica non esistono esibizionismi buoni e cattivi, perché ognuno porta in un mondo libero le proprie ossessioni e le proprie inquietudini.

Il mondo è difficile per la semplice ragione che siamo tutti uguali e tutti molto diversi. Ma di solito ciò che ci dà fastidio - finché si rimane nell’alveo della legalità, s’intende - è molto spesso un aspetto di noi che non riusciamo ad accettare o a vivere serenamente. Quante donne giudicano male Arisa solo perché fa qualcosa che non si ha il coraggio di fare? E quanti uomini la criticano solo perché temono che nelle donne emerga quest’erotismo primigenio e non addomesticabile e controllabile? Non sono accuse, ma prese di coscienza dei nostri limiti e delle nostre paure.

Il fatto che Arisa si sia fatta fotografare in autoreggenti nella sua terra di origine aggiunge ulteriore significato a un gesto coraggioso. Senza gettare la croce addosso a nessuno, ma a volte si ha la sensazione che in molta parte d’Italia moralismo e bigottismo non siano valori reali, ma soltanto dispositivi di sicurezza e di controllo delle forze telluriche del desiderio. Quando qualcuno si mostra nella sua potenza erotica davanti a tutti il messaggio implicito che passa è che quella potenza appartiene a tutti, e che ha perduto l’elemento fondante di ogni possibile legame: l’unicità, l’esclusività. Non è facile accettarlo, per nessuno. Ma le storie di tradimenti che ogni giorno ascoltiamo a lavoro, nei bar, tra amici sono l’esatta dimostrazione di quanto l’erotismo, benché costantemente censurato, sia poco addomesticabile, anche quando si dice con una certa sicumera che Arisa sbaglia, e che certe cose non si fanno.

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