Sabato 13 Dicembre 2025 | 18:47

Autonomia differenziata: «puzza» di bluff l’accelerata del governo

Autonomia differenziata: «puzza» di bluff l’accelerata del governo

 
Lino Patruno

Reporter:

Lino Patruno

Autonomia differenziata: «puzza» di bluff l’accelerata del governo

Il Sud che assiste il Nord. Ma si capisce perché Speedy Gonzales Calderoli vuole fare così in fretta

Venerdì 11 Novembre 2022, 13:32

Se tu eri convinto che l’uomo più veloce d’Italia fosse Marcell Jacobs, ebbene ti sbagli. L’uomo più veloce d’Italia è Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie. La velocità con cui ha preparato il disegno di legge, appunto, sull’autonomia differenziata è roba da far apparire un impedito il campione olimpico dei 100 metri. Tu sei schiacciato dal caro bollette. L’inflazione ti toglie il pane. La guerra può diventare atomica. Con gli immigrati non sai che fare se non la voce grossa. Il clima ti bersaglia di bombe d’acqua. Il Covid non ti dà tregua. Ma il Calderoli che fa? Si prodiga non solo per spaccare un Paese già spaccato. Ma soprattutto per far stare sempre meglio i ricchi e sempre peggio i poveri. Togliendo ai poveri per dare ai ricchi. I poveri che paghino la ricchezza dei ricchi.

Il Sud che assiste il Nord. Ma si capisce perché Speedy Gonzales Calderoli vuole fare così in fretta. Dare l’autonomia differenziata a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna prima che il Sud si ribelli alla Grande Truffa. Dare funzioni ora dello Stato (sanità, scuola, università, asili nido, trasporti, assistenza ad anziani e disabili, infrastrutture, energia) alle tre Regioni. Tutte, non una esclusa. E darle con tanto quanto ora lo stesso Stato spende: partita di giro. Tu dici: embè, allora quale il problema? Il problema è che quella spesa è una spesa storica che ha sempre avvantaggiato il Nord sul Sud. E non in base ai bisogni, anzi fabbisogni, di ciascuno. Ma così, perché così si è sempre fatto. E perché? Perché sì.

Perché l’ingiustizia non continui, bisognerebbe prima calcolare quei (fabbi) sogni del Sud mai calcolati in 21 anni di violazione della Costituzione. Riequilibrare le infrastrutture a disposizione, non meno squilibrate (e non solo col Frecciarossa a te e non a me). Riequilibrare la spesa togliendo al Nord e dando al Sud. Quindi concedere l’autonomia con le nuove cifre. Ma allora ai tre amici al bar (i governatori Fontana, Zaia, Bonaccini) potrebbe non convenire più. Quindi fare in fretta.

I fabbisogni del Sud si chiamano Lep (Livelli essenziali di prestazione). Che Calderoli assicura di calcolare in un anno, ma sempre dopo aver concesso la spesa storica ai tre. Non bisogna essere giocatori di poker per annusare il bluff. Scusi, ma se poi i fabbisogni richiedessero spesa maggiore e più giusta per il Sud (come è), da dove verranno quei soldi avendone già concesso in surplus alle tre regioni? Ah, chissà.

Con qualche effetto collaterale di recente scoperto, l’inclusione della scuola fra le materie che ciascuno regione potrebbe gestire da sé. Non più una scuola nazionale, ma tante regionali. Magari con insegnamenti diversi da regione a regione. Da una parte il dialetto veneto, dalle altre il lombardo e l’emiliano. Nel Paese già più ignorante d’Europa. Un delirio come quello purtroppo già sperimentato con la pandemia, caos che ha fatto soltanto un favore al virus.

E le infrastrutture, no? Di un pezzo di Autostrada del Sole divento proprietario io, di un pezzo tu. Io faccio pagare un pedaggio, tu un altro. E così l’ambiente: da me diesel consentito, da te no, con cambio d’auto al confine. E il modo di far andare avanti la legge: trattativa privata dello Stato con le tre regioni. Scusate, ma se così cambia tutta l’Italia, perché non parlarne anche con le altre regioni? Non ci faccia perdere tempo. Poi passaggio in Parlamento: sì o no senza discussione né emendamenti. E niente referendum popolare. Italia ridotta a brandelli in un sospiro.

E precipitata in un divario non solo ancora più grande, ma definitivo. Una separazione, anzi secessione perché i ricchi sono stufi di stare con i poveri benché siano i poveri a farli diventare ricchi. Reddito del Sud ovunque inferiore a quello del Centro Nord, paghe più basse, meno lavoro. In Puglia una persona su quattro a rischio di povertà assoluta. E non perché i meridionali siano meno capaci, ma appunto per la spesa storica: per lo Stato italiano un cittadino del Sud vale meno di uno del Centro Nord.

Ma c’è un altro motivo per la fretta della Calderoli&Associati. Anche le regioni più ricche (le tre comprese) che spacciano efficienza e merito perdono sempre più punti rispetto al resto d’Europa. Perché non possono non perdere punti in un Paese che si fa sviluppare a metà col Sud escluso. Allora bisogna succhiare ancora di più agli altri, leggasi sempre Sud. Il quale si sta mobilitando perlomeno sui giornali. E con qualche (ma solo qualche) politico più coraggioso.

(P.S. Tutto questo avviene mentre col Pnrr l’Europa si aspetta che le diseguaglianze in Italia diminuiscano invece di aumentare. Ma l’Italia è una povera patria).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)