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Dalle foibe all'Ucraina le vittime simbolo dell'incapacità umana

 
Adriana Poli Bortone

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Adriana Poli Bortone

Dalle foibe all'Ucraina le vittime simbolo dell'incapacità umana

L’8 maggio del ’49 su proposta del prof. Concetto Marchesi, il rettore dell’università di Padova conferì la laurea ad honorem a Norma Cossetto, uccisa per difendere la libertà

Sabato 08 Ottobre 2022, 14:18

Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 quando una giovane istriana 23 enne studentessa della facoltà di lettere e filosofia all’Università di Padova fu barbaramente torturata, violentata per giorni, da 17 partigiani titini, uccisa e gettata nella foiba di villa Surani dove venne poi ritrovato il cadavere nudo, supino con i segni delle pugnalate ai seni, le mani legate con il fil di ferro e non solo.

Era Norma Cossetto. Quale la colpa? Avere un padre che aveva ricoperto diversi ruoli durante il fascismo. Anche il padre fu ucciso, ma la figlia doveva essere sottoposta soprattutto a vili umiliazioni fisiche e morali. Il movimento Popolare di Liberazione, una volta arrestatala, le aveva chiesto di collaborare in cambio della libertà e di un ruolo dirigenziali importante. Il rifiuto di Norma fu netto. La Cossetto non si piegò e pagò con un’atroce morte la rivendicazione della sua libertà. Norma Cossetto è l’emblema di quelle tante donne che subirono torture, sevizie, morte. Donne prese in ostaggio al posto dei loro congiunti. La colpa di essere figlie, parenti... La stessa colpa del 24enne cugino di mio padre, di Gino Poli. Si era sposato e con la moglie aveva preso il treno da Genova, per il viaggio di nozze. Era un giorno del 1943. Fu fatto scendere dal treno, obbligato a scavare una fossa, giustiziato e gettato in quella fossa.

L’8 maggio del ’49 su proposta del prof. Concetto Marchesi, il rettore dell’università di Padova conferì la laurea ad honorem a Norma Cossetto, uccisa per difendere la libertà. L’8 febbraio del 2005, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, conferì alla Cossetto la medaglia d’oro per il merito civile. Drammi di una guerra che non possono essere dimenticati e che a distanza di tanti anni vanno guardati nella loro complessità per comprenderne l’atrocità, per operare nel grande e nel piccolo per evitare che si ripetano. Da donna di destra andai a visitare naturalmente i luoghi delle Foibe, ma volli anche andare a Gerusalemme per visitare il museo dell’Olocausto, la cripta del ricordo, il memoriale dei bambini. E le lacrime non tardarono a scendere davanti alle tragiche testimonianze dell’assassinio di milioni di ebrei, vittime del terrore nazista. Episodi drammatici, tutti, che non possono essere dimenticati e dalla condanna dei quali, ferma e decisa dovremmo ripartire tutti per recuperare onestamente il senso del rispetto dei valori di ciascuno e dei popoli nella loro diversità. Le guerre portano, odio, cinismo, annullamento dei valori, imbarbarimento delle società e purtroppo, nonostante tutto, ancora oggi nel terzo Millennio, le guerre continuano perché sul rispetto della vita prevale l’arroganza cieca del potere. Ricordiamo quindi con affetto e dolore Norma Cossetto oggi, e con lei ricordiamo quanti, dall’una e dall’altra parte sono state vittime dell’incapacità dell’uomo per risolvere i conflitti con diplomazia. Ricordare e anche operare per un mondo di pace e per il rispetto della vita.

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