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L'involuzione arma di difesa per l'umanità

L'involuzione arma di difesa per l'umanità

 
Vito Lisi

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Vito Lisi

L'involuzione arma di difesa per l'umanità

I fumi di Taranto e l'ex Ilva

Taranto e Brindisi assediate dall'inquinamento e l'eterna incompleta Strada Maglie-Leuca

Lunedì 28 Marzo 2022, 14:30

In questi tempi difficili ho provato a tracciare i passi recenti dell’uomo sulla terra, ho cercato di definirli, di racchiuderli in un unico termine e alla fine l’ho scovato: «involuzione». Il «miracolo economico» che dal dopoguerra ci ha sostenuto ci si sta ritorcendo contro. Il controllo dei prezzi: saltato. Gli ecosistemi: fuori controllo. Le risorse naturali: in esaurimento. I sistemi sanitari: in crisi. Il sistema alimentare e le materie prime: sotto il dominio di poche multinazionali e sempre meno accessibili. Gli equilibri geopolitici: sull’orlo di una guerra. Sarebbe il caso di riflettere, pensare a quale futuro le nostre azioni delineeranno, facendo tesoro degli errori del passato, pensando ai bambini, al mondo che li ospiterà.

Tutti gli appartenenti alla specie «sapiens», e soprattutto coloro che detengono il potere, dovrebbero onorare questo appellativo e agire con lungimiranza. Chi ha la responsabilità delle scelte politiche dovrebbe lavorare per una rivoluzione sociale ed economica che non prescinda da quella ecologica e da quella della pace. Invece, lo spettacolo che stiamo vivendo è tutt’altro che rassicurante. I social valgono più delle sagge e ponderate decisioni, le tendenze vengono inseguite da tutti i leader e dai loro programmi elettorali; i proclami televisivi sono gonfi di propaganda e proselitismo. Benché spesso ci considerino stupidi al punto da farci credere che basta l’aggettivo «sicuro» per passare dalla fissione alla fusione nucleare senza scorie radioattive, e visto che il popolo Italiano ha già espresso il suo parere ben due volte (nel 1987 e nel 2011) bocciando questa forma di energia, direi che stroncare la discussione sul nascere sarebbe la cosa più misurata, visti anche i tempi di guerra e la decisione della Germania di dismettere tutte le centrali nucleari entro il 2030. Il nostro paese sarebbe in grado di gestire le scorie e controllare il delicato ciclo radioattivo?

La realtà ci dice però che la gente si ammala di cancro e non siamo in grado nemmeno di controllare le emissioni inquinanti; Taranto, Brindisi e Lecce sono ai primi posti per casi annuali di neoplasie e, nonostante tutti i tubi di gas che ci attraversano e sono in procinto di attraversarci, la regione dispensa energia grazie al carbone di Cerano e offre posti di lavoro grazie al coke dell’Ilva. In provincia di Lecce con l’emergenza degli ulivi e uno scenario lugubre, l’intera classe politica pensa che la priorità non sia ricostruire il paesaggio e l’economia agricola ma consumare ancora terra per opere progettate il secolo scorso. La statale 275 Maglie-Leuca torna alla ribalta. Si dice che la necessità dei salentini è ultimare il lavoro svolto nell’arco di 28 anni: la grande autostrada che colleghi le ASI del tacco d’Italia; la ciliegina di una grande torta industriale che finalmente arriverà a suon di commissari a Leuca. Un’altra due corsie e così fanno otto. Tutti a stracciarsi le vesti e prendersi il merito per questo ennesimo spreco di danaro pubblico. Se il progresso e lo sviluppo hanno portato a tutto ciò, se il PNRR servirà come temiamo ad incrementare queste dinamiche distorte, allora il regresso è l’ultima spiaggia. Ci chiediamo quando finirà il tempo delle «macroscopiche illeicità» e della «vergogna delle vergogne». A volte l’involuzione potrebbe fare miracoli, potrebbe essere l’inizio di una svolta. Come per il bruco che si ritira nel bozzo in attesa di divenire crisalide, quanto dovremo aspettare per librarci come farfalle? Se mai in queste lande arriverà il tempo dell’utile e dell’onesto, solo allora saremo pronti per spiccare il volo.

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