BARI - È proprio vero, repetita iuvant, giudicando dal convinto gradimento del pubblico al Teatro Petruzzelli di Bari (esaurite tutte le recite!) per la ripresa di questa Bohème di Puccini, richiamata in servizio, debuttò a Bari nel 2019, con la direzione d’orchestra di Giacomo Sagripanti e nella stessa regia, rutilante di fantasiose soluzioni alquanto pop, dell’argentino Hugo De Ana.
Di nuovo quella che muore alla fine di Bohème, con la tenera Mimì, è la giovinezza: della dolce fanciulla certo, ma insieme muore quella di Rodolfo e dei suoi amici di soffitta, allegri sognatori e malinconici cialtroni, ma anche un po’ svanisce la gioventù di Puccini, che nel 1896 (anno del debutto) si avvicinava ai quarant’anni. La musica avvolge di straziata dolcezza, fra realismo e rimpianto commosso, questo svanire della «dolce ala della giovinezza».
L’opera restituisce la temperie di fine Ottocento, nel post-romanticismo pucciniano non ignaro della lezione wagneriana così come proiettato verso tonalità novecentesche, in una resa sul piano dell’esecuzione musicale vibrante e tersa dell’Orchestra del Teatro diretta da Sagripanti, anche apprezzabile nelle voci dei protagonisti.
È la vicenda che i librettisti Illica e Giacosa trassero da quelle Scènes de la vie de bohème che Henri Murger aveva romanzato nel 1851 ambientate nel Quartiere Latino di una Parigi del 1830, regnante Luigi Filippo. Ma qui la regia (con le scene e i costumi) di De Ana dilata i tempi assai più in là, in una Belle Epoque che mescola il cromatismo e le insegne della Parigi dei boulevards alle ferrosità industriali delle sue fabbriche (Tour Eiffel compresa), e ancora oltre, fino agli anni Venti, attraverso filmati d’epoca in bianco e nero, nella «luminosa» che li incornicia.
La soffitta di Rodolfo, per il fatale incontro con Mimì, è un modulo sospeso fra pilastri metallici, scale e duri meccanismi di ferro, ma sempre sono la musica e il canto che esalano sentimenti e languori delle anime morbidissime e tenerissime dei protagonisti, sospesi tra il riso e il pianto, nell’alternanza di toni de La Bohème. Come per contrappasso alla «ferrosità» scenica (anche il 3° quadro, la Barriera d’Enfer, risulta scena fitta di grate e chiusure, ad onta della neve) spicca fin troppo il chiassoso colorismo del Café Momus nel 2° quadro, dove la regia di De Ana raduna suggestioni della pittura a cavallo dei due secoli, da Toulouse Lautrec a Chagall, da Seurat a Picasso, insieme a una dimensione di Circo sfrenata con clown, lustrini e parades, con gli anni Venti delle avanguardie compresi i Balletti Meccanici dal Bauhaus, o la citazione esplicita di Chaplin col suo «omino con bombetta» o di Josephine Baker nei filmati della Revue Nègre: tutto assai sgargiante (e gradito), ma con rischio di affastellamento e confusione.
Non c’è confusione nella lineare progressione drammatica e musicale di Bohème, con la melodia che non canta mai a piena gola, ma si frange in un continuum di morbidi sospiri, in una metafisica stanchezza, quasi singhiozzo dell’anima. La lezione di Verdi con quella di Wagner (quasi dei leit motiv introducono Mimì, Rodolfo, la soffitta degli artisti) sono innovate da Puccini con tecnica strabiliante, in incantevole iterazione. Accurata la conduzione delle sequenze, sia quelle «goliardiche» fra i compagni, sia quelle fra gli amanti, nonché gli «insiemi» (a parte la scena del Momus, quasi esagerata): la valida compagnia di canto ha nella Mimì di Selene Zanetti e nel Rodolfo di Ivàn Ayòn Rivas due punte eccellenti in potenza e in duttile morbidezza, Marcello era la buona tempra baritonale di Biagio Pizzuti, Musetta la brava Bianca Tognocchi, con Adolfo Corrado (Colline) nel cast protagonista insieme a Gurgen Baveyan (Schaunard), Bruno Lazzaretti (Alcidoro). Il secondo cast alterna Claudia Pavone e Martina Gresia (Mimì), Valerio Borgioni (Rodolfo), Luca Galli (Marcello), Francesco Leone (Colline). A dirigere il coro Fabrizio Cassi (in partenza verso altri lidi), quello delle voci bianche Emanuela Aymone.
Questa Bohème, dopo gli applausi calorosissimi e le chiamate della prima, si replicherà oggi (ore 18), poi il 27 (ore 18), quindi il 28 e 29 (ore 20.30).