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La coreana Sun Hee You: «Ritorno a Bari mio luogo dell’anima»

 
Maria Grazia Rongo

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Maria Grazia Rongo

La coreana Sun Hee You: «Ritorno a Bari mio luogo dell’anima»

La musicista Sun Hee You di scena a Bari

Domani la musicista sarà ospite del Piano Fest: «Per la prima volta qui a 13 anni per studiare»

Martedì 23 Agosto 2022, 13:30

16:48

«This must be the place» dicono gli americani quando scelgono il loro luogo dell’anima, e Sorrentino su questo modo di dire ci ha fatto anche un film nel 2011 con protagonista uno strepitoso Sean Penn. «Questo deve essere il posto» ha pensato l’allora tredicenne Sun Hee You, quando nel 1996 arrivò a Bari dalla Corea del Sud e si innamorò perdutamente dell’Italia.  È una storia particolare quella che racconta alla “Gazzetta” la pianista di origini coreane, Sun Hee You, che domani sarà a Bari per partecipare a «Bari Piano Festival», la rassegna musicale giunta alla sua quinta edizione, diretta dal pianista e compositore barese Emanuele Arciuli, inserita nel programma della Festa del Mare promossa da Regione Puglia in collaborazione con il Comune di Bari e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese (l’appuntamento è nel Chiostro di Santa Chiara, dove si esibiranno i pianisti Serena Valluzzi e Giancarlo Simonacci, con la soprano Maria Elena Romanazzi, ore 19).
«Il mio primo approccio con l’Italia è stato con Bari» racconta la pianista, oggi trentanovenne, che vive a Roma dall’età di quattordici anni, quando ha lasciato la sua Seul.

You, domani lei sarà ospite del festival diretto da Emanuele Arciuli, com'è nato questo incontro?
«Conoscevo Emanuele per la sua fama e da allieva di conservatorio sono cresciuta ascoltando i suoi dischi, quindi quando lui mi ha chiamato per invitarmi sono stata davvero onorata. Ho avuto il suo contatto perché durante il periodo del lockdown ho pubblicato il singolo Chandeliers, scritto dal compositore Hyung-ki Joo, che suonerò domani, e che è stato il modo per esprimere quello che provavo durante la pandemia, la grande tristezza e la luce per trovare la speranza, perché la musica è speranza. Il brano fu scritto dopo l’11 settembre, e questa situazione mi ha ispirata. Quando è uscito il disco ho fatto una intervista con Alceste Ayroldi che mi ha parlato di Arciuli e voleva assolutamente che gli facessi conoscere un altro mio disco, Nikolai Kapustin, che tra l’altro suonerò anche domani. Si tratta di una musica che oscilla tra il mondo classico e quello del jazz. Arciuli è specializzato anche in questo genere di repertorio molto all’avanguardia, così gli ho mandato il mio disco. Dopo qualche mese, con mia grande sorpresa, mi ha chiamata e invitata al suo festival e oggi sono qui con grande felicità».
Il suo legame con Bari nasce tanti anni fa, quando lei era solo una ragazzina. Perché arrivò nel capoluogo pugliese?
«Ho iniziato a studiare pianoforte a Seul all’età di 3-4 anni. Ho fatto un percorso tradizionale in Corea, quello dei bambini prodigio, dopo un esame di ammissione molto strutturato che dura una settimana. A dieci anni sono entrata alla Yewon School e qui durante una masterclass ho conosciuto un docente di pianoforte del conservatorio di Bari, Alfredo Ferrari, che mi ha invitata a fare un corso a Bari. Così a tredici anni, per la prima volta nella mia vita, sono venuta in Italia, non a Roma o a Milano, ma a Bari, per due settimane. Quell’esperienza fu bellissima e quello mi folgorò fu la calorosità dei baresi, l’eccezionale modo di accogliere gli stranieri. Per me che venivo da una cultura dove c’è una grande severità nell’educazione, vedere tanta gente che si occupava di me, che mi dava attenzione, è stato proprio bello».
E questo l’ha spinta a scegliere l’Italia quale paese in cui vivere e lavorare?
«Dopo il corso a Bari ho deciso di venire a studiare in Italia, e mi sono iscritta al conservatorio di Santa Cecilia a Roma, all’accademia nazionale di Santa Cecilia e ho incontrato il mio maestro, il grande pianista russo Lazar Berman. Così è iniziata anche la mia carriera concertistica e sono rimasta qui. L’Italia è un paese che amo perché mi ha insegnato quanto è emozionante il contatto umano».
Il prossimo anno la vedremo anche al cinema e anche qui c’è un legame con Bari…
«Sì, ho recitato un ruolo nel prossimo film di Nanni Moretti (prodotto da Fandango del barese Domenico Procacci, ndr.), la mia primissima esperienza come attrice. Anche qui, tutto torna».

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