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La Rappresentante di Lista: «Il nostro Ciao Ciao a Mola» VIDEO

 
Livio Costarella

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Livio Costarella

La Rappresentante di Lista: «Il nostro Ciao Ciao a Mola»

Stasera, alle 21, nell’arena del Castello Angioino di Mola di Bari, La Rappresentante di Lista sarà in concerto per il Locus Festival

Sabato 20 Agosto 2022, 08:50

22 Agosto 2022, 17:08

Cantano la «crisi generale» e la «vertigine sociale». E «la fine del mondo è una giostra perfetta», al ritmo scanzonato di Ciao ciao, canzone simbolo esplosa quest’anno a Sanremo e dedicata a temi scottanti come il dramma ambientale, in un pianeta sempre più allo sbando. Loro sono La Rappresentante di Lista, in cui la voce di Veronica Lucchesi e la chitarra di Dario Mangiaracina (e i loro testi) sono protagonisti di un progetto musicale tra i più originali e profondi dell’attuale musica italiana. Teatro, musica, poesia e prosa costituiscono il menu ricchissimo su cui si fondano anche i loro concerti live, una straordinaria forma di celebrazione collettiva che oggi potrà dispiegarsi nell’attesa e unica data pugliese del tour My Mamma Ciao Ciao Edition, in un titolo che cita anche il loro quarto e ultimo album in studio.

Stasera, alle 21, nell’arena del Castello Angioino di Mola di Bari, La Rappresentante di Lista sarà in concerto per il Locus Festival, mentre domani toccherà (stesso luogo e orario), al duo formato dall’artista pugliese Serena Brancale e dal rapper e cantautore torinese Willie Peyote. Biglietti su Dice.fm e sul circuito Ticketone o all’ingresso degli eventi.

«Non vediamo l’ora di salire sul palco a Mola - spiegano in coro Dario e Veronica -, il tour sta andando molto bene e ci piace vedere un pubblico sempre più numeroso, con i fan della prim’ora e quelli che si avvicinano adesso dopo il successo di Ciao ciao. Amiamo tra l’altro la Puglia, a cui siamo molto legati: la nostra prima piccola agenzia di booking era barese e siamo stati in questa terra tantissime volte».

Vi manca qualcosa del periodo precedente al successo e alla popolarità che avete raggiunto adesso?

«Qualsiasi percorso artistico incontra una propria evoluzione. Ciò che abbiamo fatto finora non si cancella, ma ci sono ancora tantissime cose da indagare o che vogliamo scoprire. Ciò che manca ora è il tempo a disposizione per visitare i luoghi in cui andiamo a far concerti».

«Ciao ciao» unisce un tema serio a un registro molto allegro. Come avete creato questa alchimia?

«Quando studiavamo teatro il nostro maestro ci spronava a lavorare spesso con gli opposti. Nei personaggi che costruivamo e nei testi. Ecco perché è stato immediato raccontare un tema così grave come la fine del mondo, con un sound così up, come se l’ascoltatore dovesse inciampare in un significato oscuro».

La vostra immagine è curatissima: è un’eredità del teatro?

«Sì, abbiamo sempre studiato un teatro molto fisico, all’interno di uno spazio e in relazione con altri attori. Bisognava costruire un personaggio nei suoi dettagli, nel costume e nelle movenze. Era un gioco di immaginazione, per cui per noi è sempre stato automatico pensare che la narrazione di una canzone non si esaurisse solo con la scrittura del brano».

Perché avete scelto di restare a vivere a Palermo, lontano dai centri del sistema produttivo musicale?

«É una città senza pressioni, in cui abbiamo tempo per continuare la nostra ricerca».

Avete definito Salvini «becero abusatore di hit» quando in un suo comizio un dj ha usato «Ciao ciao». Come è andata a finire?

«Non ci scriviamo con Salvini. Quel tweet è stato un punto e basta».

Che musica ascoltate abitualmente?

«Passiamo dalla classica all’elettronica, dall’opera lirica alla tecno (ma questa non a colazione). Negli ultimi giorni però abbiamo ascoltato tante volte una canzone che era la sigla di un gioco on line molto in voga: Barbara di Enzo Carella».

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