Lunedì 08 Settembre 2025 | 00:18

San Severo: donne tra rivolta e memoria

 
Annabella De Robertis

Reporter:

Annabella De Robertis

«Donne della rivolta». Scritto da Elvira Cannelonga e Antonella Tenace

Un momento dello spettacolo

Lo sciopero del ‘50 e il carcere raccontati stasera al «Verdi» con lo spettacolo scritto da Elvira Cannelonga e Antonella Tenace

Venerdì 18 Marzo 2022, 15:19

Due anni e tredici giorni di carcere, sebbene innocenti: questo il destino che 38 donne di San Severo dovettero subire all’indomani dello sciopero generale indetto in tutta Italia il 22 marzo 1950 per protestare contro l’atteggiamento repressivo della forza pubblica. Erano, quelli della primavera ’50, mesi di lotte politiche e sindacali, con cui si chiedeva un serio piano di interventi pubblici, ma soprattutto si denunciavano il comportamento violento della polizia (Ministro degli Interni era allora Mario Scelba), il carovita, la disoccupazione. La coalizione governativa nata con le elezioni del 18 aprile 1948 era, infatti, entrata in crisi e il presidente del Consiglio De Gasperi non offriva soluzioni all’incalzare delle richieste poste dalle forze comuniste e socialiste all’opposizione.

Il 23 marzo, a San Severo, lo sciopero diventò rivolta. A sedarla arrivò l’esercito con i carri armati: si registrarono numerosi feriti e una vittima. 180 persone furono arrestate per «insurrezione armata contro i poteri dello Stato»: insieme agli esponenti più in vista del Psi, del Pci, del sindacato – tra cui Luigi Allegato e Carmine Cannelonga – furono colpite anche le loro mogli, sorelle, madri. Solo alcune di loro erano politicamente impegnate e attiviste dell’Udi (Unione donne italiane): tutte, però, avevano maturato la decisione di schierarsi e quella mattina del 23 marzo ’50 scelsero la piazza e la lotta al grido di «pane e lavoro».

Per omaggiare quell’atto di coraggio, questa sera andrà in scena, alle 21 nel Teatro comunale Verdi di San Severo, lo spettacolo «Donne della rivolta». Scritto da Elvira Cannelonga e Antonella Tenace, è il frutto di due anni di studi, ricerche, approfondimenti e di raccolta di testimonianze. Prodotto da Foyer 97, con la regia di Francesco Gravino, il lavoro è ambientato nel carcere di Lucera in cui furono detenute Elvira Suriani, Soccorsa Sementino e Arcangela Villani, reali protagoniste dell’episodio storico, che sul palco riflettono, si confidano, pensando ai figli lasciati soli: solo Assunta Barbella, creata come contraltare alle protagoniste, è un personaggio di fantasia. Capaci di resistere per oltre due anni con coraggio e dignità, le donne di San Severo approfittarono della detenzione per mettersi a studiare, dando vita ad una forma di scuola in cui chi più sapeva insegnava alle altre, sul modello dell’università proletaria creata nelle carceri maschili.

L’aspetto femminile della rivolta di San Severo è quello meno noto al pubblico, mentre negli ultimi anni libri e film, a cura di Giovanni Rinaldi e Alessandro Piva, hanno saputo raccontare un’altra incredibile storia: quella dei bambini, tra cui i figli dei braccianti e delle donne arrestate il 23 marzo ‘50, che, partiti sui cosiddetti Treni della felicità, furono «adottati» da famiglie di lavoratori del centro-nord in segno di solidarietà sociale e politica.

Dopo più di 70 anni dai fatti, Marinella Boncristiano, Elena Carafa, Gabriella Pennacchia e Antonella Tenace danno finalmente voce e dignità a quelle combattenti coraggiose, che il 5 aprile 1952 furono finalmente assolte dalla Corte di Assise di Lucera. Parlare oggi, proprio nel Teatro di San Severo, di lotta per la difesa dei diritti, condotta dalle donne di Capitanata, terra ancora oggi martoriata da forme diverse di violenza, è una dimostrazione importante di impegno culturale e civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)