BARI - Prossimo step: conquistare il San Nicola. Il Bari di Michele Mignani ha fin qui mostrato le peculiarità che lo hanno reso grande lo scorso anno: grinta, tenacia, capacità di andare oltre le difficoltà, nonché una precisa identità tattica che si rivela un valore aggiunto rispetto alle compagini ancora in assestamento. Ma è confermata anche la particolare tendenza ad essere letale in trasferta e più frenata in casa. La sfida di domani al Cittadella dovrà servire proprio a compiere l’ulteriore salto di qualità: occorre centrare la prima vittoria interna della stagione dopo aver perso in Coppa Italia con il Parma e pareggiato con il Palermo in campionato. Ma soprattutto serve cominciare un percorso casalingo più continuo e redditizio.
Il tecnico Michele Mignani dovrà ancora adattarsi in un reparto offensivo da completare, ma almeno recupera dalla squalifica Di Cesare e Maita, entrambi candidati a tornare titolari. E a proposito di allenatori, un doppio ex «doc» come Rolando Maran (tre stagioni al club veneto in C1 dal 2002 al 2005, mentre in biancorosso è stato in B dall’estate del 2006 al febbraio 2007) analizza i temi dell’incontro e le prospettive dei Galletti in una B tanto ricca di club ambiziosi: «Negli ultimi anni, la serie B è salita notevolmente di livello. Le squadre che scendono dalla serie A sono autentiche corazzate, non a caso nell’ultima stagione addirittura due retrocesse su tre hanno centrato la promozione immediata. Ma tutti i club sono attrezzati, lavorano con idee e competenza. Chi sale dalla C spesso diventa una mina vagante: eclatanti sono gli esempi di Bari e Sudtirol l’anno scorso. In questo torneo, almeno dieci compagini possono ambire al grande salto».
Il Bari è reduce da una finale playoff persa: riuscirà a ripetersi o addirittura migliorarsi?
«Il modo beffardo in cui è svanita la A può essere un trauma. Ma sono certo che il dolore sia stato superato. In queste prime due giornate, ho visto quello spirito battagliero che ha sempre contraddistinto il gruppo di Mignani. Nonostante difficoltà e assenze, il gruppo ha saputo superare ogni ostacolo con organizzazione e forza d’animo. La società è ambiziosa: è impossibile sbilanciarsi su quale sarà il piazzamento finale, ma il Bari lotterà con le migliori».
Il Cittadella parte sempre come una potenziale Cenerentola e si rivela una mina vagante.
«La società organizzata in ogni particolare, un direttore sportivo come Stefano Marchetti che conosce la categoria come pochi, un gruppo che viene puntualmente costruito con la consapevolezza di poter soffrire, ma al contempo senza la paura di volare».
Che gara si aspetta al San Nicola?
«Sul Bari ci sono sicuramente molte aspettative dopo la vittoria a Cremona: Di Cesare e compagni vorranno regalare ai tifosi la prima vittoria stagionale in casa. Ma il Cittadella in nessun campo fa da vittima sacrificale. Mi aspetto un incontro aperto tra due squadre che propongono calcio».
Si parla tanto di tecnici emergenti o dei campioni del mondo del 2006: come valuta Michele Mignani, figlio della gavetta come lei?
«La scuola italiana è tra le più preparate del mondo. Chi è stato un campione ha dalla sua l’esperienza di aver calcato i più grandi palcoscenici: un vissuto che ti porti quando passi ad allenare. Ma la palestra delle categorie minori è altrettanto formativa. Mignani mi piace perché ha le idee chiare e sa infondere alle sue squadre una precisa identità. I risultati del Bari si giustificano proprio con le sicurezze acquisite in questi anni di continuità tecnica».
Il pubblico del San Nicola fa parlare l’Italia, ma il Bari in casa rende meno che in trasferta...
«Un pubblico che ti spinge e uno stadio caloroso e pieno d’amore non sono mai uno svantaggio. Conosco la passione dei baresi ed è un valore aggiunto che in Italia pochi possono vantare. A volte il rendimento in casa o in trasferta dipende dalle caratteristiche della squadra e il Bari probabilmente si trova più a suo agio quando può aggredire gli spazi. Una squadra ambiziosa in ogni caso deve essere regolare nel cammino e i biancorossi possiedono tutte le peculiarità per dare tante gioie al magnifico popolo del San Nicola».