«Il termometro di una squadra è dato da come si esprime il suo centrocampo, che ha il duplice compito di proteggere la difesa e di proporre gioco in chiave offensiva». A ripeterlo spesso è Aldo Sensibile, salentino doc ed ex calciatore del Lecce negli anni sessanta, ex Roma ed ex Brindisi, che da allenatore ha diretto, oltre al team della propria terra, tra le altre formazioni, l’Ascoli, con Vujadin Boskov direttore tecnico.
Ebbene, evidentemente non è un caso se le prestazioni del team guidato da Eugenio Corini sono migliorate di molto in concomitanza con prove di alto livello della linea mediana che, con Panagiotis Tachtsidis play e Luca Paganini e Liam Henderson mezzali, sembra avere trovato un assetto attualmente ottimale.
Con il Pescara ed ancora di più domenica a Chiavari, con la Virtus Entella, il trio di centrocampo si è comportato benissimo.
Contro i liguri, Tachtsidis ha disputato una delle migliori partite da quando è a Lecce. Giunto nel Salento nel gennaio 2019, il greco è stato una delle armi in più dell’undici all’epoca allenato da Fabio Liverani nella marcia verso la A, dando nuove geometrie e velocità di pensiero alla manovra e giocando sempre ad uno o due tocchi.
Contro l’Entella, il metronomo della squadra giallorossa si è dimostrato in grande spolvero, soprattutto nel primo tempo. Il calciatore ellenico ha rallentato ed accelerato a proprio piacimento, ha verticalizzato, ha fraseggiato, ha lanciato. Insomma, ha illuminato il gioco. Inoltre, cosa che non sempre gli riesce, ha fatto valere in pieno la propria stazza fisica nei contrasti, senza perderne uno di quelli importanti.
Accanto a Tachtsidis, a Chiavari, hanno brillato le mezzali Paganini, a destra, ed Henderson, a sinistra, pur con una interpretazione parzialmente differente del ruolo. Entrambi, hanno saputo tesaurizzare con un gol la loro capacità di inserirsi, che può rivelarsi una delle armi letali del Lecce di Corini.
Non sarà semplice, infatti, per i rivali, tenere a bada le loro scorribande, stante il fatto che dovranno preoccuparsi di controllare due armi letali del calibro degli attaccanti Massimo Coda e Mariusz Stepinski, dietro ai quali scalpitano Filippo Falco e Stefano Pettinari, che non sono certo due punte qualunque.
Henderson è uno dei migliori dall’inizio della stagione e colleziona prove di medio-alto livello. Aveva già segnato ad Ascoli e si è ripetuto, al termine di una azione di rimessa da manuale condotta dal capitano Marco Mancosu.
Come ci aveva detto al momento del suo ingaggio Sean Sogliano, che lo ha portato in Italia quando era direttore sportivo del Bari, «lo scozzese ha qualità, quantità, gamba ed una verve agonistica fuori dal comune». Di lui, Corini ha sottolineato che «ha nelle corde almeno 6-7 gol ad annata agonistica e che deve solo crederci».
Paganini, dal canto suo, è giunto nel Salento con l’etichetta di esterno offensivo ma, quando è stato tesserato, Roberto Stellone, che lo ha allenato nel Frosinone, ha dichiarato alla Gazzetta: «Luca può ricoprire diversi ruoli, compreso quello di mezzala destra. È prezioso perché sa fare entrambe le fasi. Inoltre ha il dono di trovare la posizione giusta nell’area avversaria, garantendo non meno di 5-6 reti a campionato».
Alle spalle di Tachtsidis, Henderson e Paganini, per la linea mediana, Corini può contare su Zan Majer, che deve solo crescere dopo un inizio tentennante, su John Bjorkengren, che deve trovare la giusta dimensione nel calcio italiano, e sul giovane Sergio Maselli, promessa del vivaio giallorosso.