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Antonio Calò
11 Ottobre 2020
LECCE - Il presidente Sticchi Damiani ed il responsabile dell’area tecnica Corvino intervengono sulle fibrillazioni post mercato registratesi in casa Lecce, con tanto di esternazioni social di Marco Mancosu e Panagiotis Tachtsidis. La vicenda relativa al capitano si rivela una tempesta in un bicchier d’acqua e le parti allontanato ogni nuvola. La questione sorta con il calciatore greco è aperta e la società la affronta provando a fare leva sul buonsenso di tutti, ma anche con la necessaria fermezza.
Nei giorni scorsi, Mancosu ha postato sul proprio profilo Instagram il sostantivo «Rispetto», ritenendo evidentemente che qualcuno non ne avesse avuto nei suoi confronti. Lo stesso centrocampista chiarisce l’accaduto: «Ho agito sull’onda dell’emotività, scegliendo il mezzo sbagliato per esternare il mio malessere. Considerato il rapporto di stima che mi lega al presidente ed agli altri dirigenti, la strada giusta sarebbe stata quella di chiarire con loro ciò che mi rodeva. Quando ho incontrato lui ed il direttore è stato evidente che si fosse trattato solo di un equivoco. Amo in maniera viscerale questa maglia e questa terra e mi auguro di potere terminare nel Lecce la mia carriera. Anche nelle grandi storie d’amore accade che ci sia qualche incomprensione, ma è stata superata».
Il capitolo Tachtsidis è differente. «Una volta arrivato dalla Grecia, dopo avere risolto il problema legato al Covid-19, era entusiasta di giocare ancora con il Lecce - spiega Corvino - Gli ho proposto di trasformare il suo contratto in triennale. Mi ha risposto che voleva valutare se accettare o se fare un biennale. Così, d’intesa con mister Corini, considerato che Petriccione aveva espresso il desiderio di giocare in A, abbiamo ceduto il goriziano al Crotone».
Il colpo di scena è giunto alla vigilia del match con l’Ascoli, venerdì 2 ottobre, con il mercato che si chiudeva il lunedì seguente. «Sono giunto in ritiro e Panagiotis ha voluto parlarmi - racconta Sticchi Damiani - Mi ha informato di avere ricevuto una proposta economicamente molto allettante da un sodalizio dell’Arabia Saudita e mi ha chiesto di dargli la possibilità di accettarla. Gli ho risposto che ci aspettavamo una offerta della società in questione ed ho precisato che, avendo ceduto Petriccione, il suo trasferimento sarebbe stato possibile solo se avessimo trovato un calciatore di pari livello, con le sue caratteristiche. Cosa tutt’altro che semplice stante lo scarso tempo a disposizione. Non siamo riusciti ad accontentarlo e lui l’ha presa male. Comprendiamo la sua delusione, ma dev’essere chiaro che non esiste la possibilità di andare via quando si ritiene, senza tenere conto dei tempi del mercato e senza il pagamento di un corrispettivo da parte del club acquirente. Conoscendo ed apprezzando il ragazzo anche sul piano umano, auspichiamo che tutto venga ricomposto con il buonsenso. Intanto, abbiamo segnalato alla Fifa il comportamento del Dhamk Club, che ha trattato solo con l’atleta».
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