Villa Damaso Bianchi a Selva di Fasano, per tutti il «Minareto», continua a essere croce e delizia della località collinare. Che sia un luogo del cuore apprezzato e ricercato da tanti turisti e visitatori, lo testimonia il massiccio afflusso di visitatori in occasione delle recenti Giornate di autunno promosse dal Fai, che lo ha visto come meta gettonata non solo nella provincia di Brindisi, ma tra le più frequentate in tutta Italia. Infatti, nelle Giornate di autunno del Fai sono stati registrati 2.100 visitatori giunti non solo da ogni angolo della Puglia, ma da tutta Italia per visitare la villa in stile moresco realizzata nel 1912 dal pittore e letterato Damaso Bianchi.
L’immobile è caratterizzato da un’alta torre che ricorda un minareto orientale. Il proprietario volle quel sito come un faro di cultura sul territorio, ponte ideale tra Oriente ed Occidente, che nel tempo è divenuto simbolo identitario della Selva di Fasano. Registi dell’operazione Minareto per le Giornate Fai di autunno sono stati il vicepresidente regionale, Beniamino Attoma Pepe, e la capodelegazione Fai della Provincia di Brindisi, Maria Lucrezia Colucci, entrambi fasanesi, che si sono spesi sia per riproporre il Minareto come luogo da far conoscere che per inserire nello spot promozionale andato in onda sui media nazionali proprio uno scorcio della villa. Per fare fronte al grande afflusso di visitatori, i volontari del Fai, con l’ausilio degli studenti-ciceroni della classe 5^ C del Iiss Leonardo Da Vinci hanno ininterrottamente operato per assicurare che tutti i visitatori potessero conoscere e visitare la struttura aprendo le porte del piano nobile.
Eppure il Minareto non è solo delizia, ma è anche croce per i fasanesi in quanto necessita di radicali interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza, il cui costo stimato sarebbe di oltre 3 milioni di euro. L’amministrazione comunale recentemente ha candidato il bene, insieme alla Casina municipale e a viale Toledo, a un finanziamento statale che potrebbe consentirne il restauro conservativo e dunque progettare il suo utilizzo per una finalità culturale e pubblica.
















