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Operaio morto a Brindisi, lacrime e rabbia

 
Andrea Pezzuto

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Andrea Pezzuto

Operaio morto a Brindisi, lacrime e rabbia

L’urlo di Cgil, Cisl e Uil: «Quante altre vite dovranno essere sacrificate?»

Domenica 03 Marzo 2024, 15:45

BRINDISI - La comunità brindisina è scossa per la morte del quarantenne Giuseppe Petraglia, caduto dal tetto di un capannone nella zona industriale di Brindisi. Il giovane operaio stava eseguendo lavori di bonifica per una ditta brindisina, che si stava occupando della manutenzione straordinaria del capannone per conto della società cooperativa proprietaria dell’immobile. Il volo di oltre dieci metri non gli ha lasciato scampo.

L’operaio è morto sul colpo, lasciando la moglie, un bambino di poco più di un anno e un’adolescente di 14 anni, che ha voluto esorcizzare il proprio dolore scrivendo alcune righe sul suo profilo Instagram. «Una parte di me - scrive la ragazza - se n’è andata, hai lasciato un vuoto dentro alla famiglia e agli amici. Tutti ti volevano bene. Anche se litigavamo spesso, eri comunque il mio re e io la tua principessa. Ti amo tantissimo. Perché proprio tu? Mi manchi tanto, non sono riuscita neanche a salutarti, e di questa cosa me ne pento tantissimo. Avrei dovuto dirti che ti ho sempre amato e che, nonostante le litigate, rimanevi l’uomo più importante per me. Manchi anche alla tua squadra e ora, in qualunque posto tu sia, continuerò a tifarti, se non con la presenza con il pensiero. Ti amo papà. Perché è andata così?».

Giuseppe Petraglia era un giocatore della squadra di calcio della Virtus Mesagne e la figlia, Asia, seguiva tutte le partite interne giocate dalla squadra del suo papà. «Oggi è il giorno più triste della storia della Virtus Calcio Mesagne», si legge sul profilo Facebook della società calcistica.

Dai rappresentanti istituzionali arrivano messaggi di cordoglio. «Ci stringiamo attorno ai familiari, con la speranza - scrivono dal Comune di Brindisi - che possano essere ricostruite presto le cause dell’accaduto e che questo ennesimo, inaccettabile incidente mortale possa sollecitare una seria riflessione sulla necessità che in questo Paese cresca significativamente la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro».

Il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis ha espresso il suo «cordoglio per l’ennesima morte sul lavoro, stavolta di un operaio di quarant’anni di Brindisi che ha perso la vita cadendo dal tetto di una struttura all’interno di un’azienda di logistica». Ma dai sindacalisti Gianni Ricci, segretario generale della Uil Puglia, Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Puglia, Fabrizio Caliolo, coordinatore territoriale di Brindisi della Uil e Antonio Macchia, segretario generale Cgil Brindisi, parte una stilettata all’indirizzo della classe politica: «Il cordoglio di facciata non basta più, la Puglia è tra le regioni con la maggiore incidenza di infortuni mortali nei luoghi di lavoro. Nel 2023 è stata la quarta regione in Italia per incidenza rispetto al numero di occupati. Quante altre vite - incalzano i sindacalisti - dovranno essere sacrificate prima di adottare misure veramente efficaci per fermare questa strage silenziosa e sanguinosa nei luoghi di lavoro?». Chiedono «investimenti in sicurezza e in controlli, accelerando le assunzioni di nuovi ispettori», ma soprattutto «coraggio e volontà politica per penalizzare le aziende che non applicano le misure di sicurezza e i contratti siglati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative». I segretari di Cgil e Uil lamentano poi che «dal governo non giungono risposte, se non la promessa di una patente a punti per le aziende nella quale la vita umana è valutata una manciata di crediti».

E Giuseppe Filannino, presidente nazionale dell’associazione “Mai più”, impegnata nella tutela dei lavoratori nella prevenzione degli infortuni, sottolinea invece che «è prioritaria la realizzazione di un vasto piano di formazione nazionale sulla sicurezza sul lavoro» e propone «l’immediata verifica sugli enti certificatori nel campo della sicurezza sul lavoro». Flannino conclude chiedendo al governo nazionale e alla giunta regionale di «convocare al più presto un tavolo di emergenza sulla sicurezza sui posti di lavoro».

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