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Brindisi, si accende il confronto sulla decarbonizzazione di Cerano

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

Brindisi, la centrale di Cerano

Ieri l'incontro tra Comune, sindacati ed Enel: esposto il piano industriale che ora punta sulle fonti di ultima generazione

Giovedì 31 Marzo 2022, 12:29

BRINDISI - La questione energetica, con i futuri processi di decarbonizzazione e di transizione ecologica, continua a tenare banco, animando il dibattito politico e sociale nel territorio di Brindisi. Ieri, nuovo capitolo della vicenda con il confronto che ha visto protagonisti l’Amministrazione comunale, Enel e le organizzazioni sindacali, riunitisi per fare il punto della situazione e per trovare soluzioni condivise.

I rappresentanti di Enel hanno esposto il piano industriale dell’azienda, ribadendo l’impegno per la centrale di Cerano (e non poteva essere diversamente dopo gli ultimi interventi di Nicola Lanzetta, il direttore Italia della multinazionale elettrica) di uscire dal carbone entro il 2025 con le centrali termoelettriche destinate a diventare poli innovativi basati su impianti rinnovabili e moderni sistemi di accumulo, per offrire disponibilità di energia verde anche in assenza di sole o vento. A Cerano in particolare, sembra si stiano valutando anche iniziative non energetiche volte a valorizzare il sito in ottica di economia circolare, sia con l’azienda del gruppo Enel Logistics, sia accogliendo iniziative di terzi. Enel, infatti, sta portando avanti in collaborazione con l’Autorità Portuale la realizzazione di un moderno polo logistico in Zona Franca Doganale in grado di intercettare le merci che viaggiano nel Mediterraneo. Sempre nella zona Nord attigua a Costa Morena starebbe effettuando uno studio di fattibilità per la realizzazione di un moderno impianto per la produzione di pale eoliche innovative ad opera di terzi interessati al progetto.

Tra i progetti non energetici si starebbe valutando anche un innovativo impianto per il recupero di plastica da materiale riciclato da riutilizzare come componente base per la realizzazione di telai plastici di pannelli fotovoltaici innovativi in Pet. Negli ultimi giorni pare che anche la Regione Puglia abbia effettuato un sondaggio per valutare la possibilità di utilizzare le opere di presa d’acqua in mare già esistenti per realizzare un impianto di dissalazione per la produzione di acqua dolce. Oltre ai progetti si aggiunge il fatto che la multinazionale starebbe accompagnando le aziende che lavorano con l’attuale centrale a carbone in un processo di conversione e riqualificazione della forza lavoro in modo da poter dedicare nuove risorse ad attività energetiche diverse da quelle attuali. Questo approccio, unitamente ai percorsi già avviati a supporto della riqualificazione di imprese e lavoro locale, dovrebbe consentire di dare nuove opportunità a imprese e lavori creando valore per il territorio.

Ed è proprio sull’aspetto occupazionale che si concentra l’attenzione dei sindacati confederali. Cgil, Cisl e Uil, con posizione al momento unitaria, dopo aver ascoltato il piano industriale di Enel che punta sul rinnovabile di ultima generazione, hanno chiesto un ampliamento della filiera produttiva (in modo che per la decarbonizzazione a pagare non siano i lavoratori) e che si pensi già da oggi a programmare una adeguata formazione finalizzata ad acquisire nuove specialità. In tutto ciò appellandosi alla responsabilità sociale un grande player come Enel di fare qualcosa in più, non solo custodendo i posti di lavoro, ma anche lanciando nuove opportunità di occupazione. A margine dell’incontro, inoltre, i sindacati hanno ribadito la necessità di istituire una piattaforma territoriale che accolga e discuta le varie proposte.

Oggi, infine, il sindaco Rossi riferirà il contenuto dell’incontro alla conferenza dei capigruppo nell’ottica di trovare una posizione politica univoca nell’affrontare la delicata questione energetica.

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