Da oltre una settimana i lavoratori dell’indotto della centrale Enel sono accampati giorno e notte all’esterno dell’impianto per protestare contro la mancanza di risposte certe sul loro futuro. Anche ieri, nonostante le violenti piogge, erano lì. L’esito del vertice in Confindustria tra le parti non ha soddisfatto le loro aspettative. Anche il Pd parla di «esito negativo del tavolo che ci preoccupa profondamente». Per i dem servono «tutele per la continuità delle attività delle imprese dell’indotto, nei percorsi di conversione, per i livelli occupazionali e per le persone che sono costrette a stare in presidio in condizioni precarie per difendere il proprio lavoro».
Dentro questa cornice, «l’ipotesi di licenziare i lavoratori Sir, in attesa dell’avvio del progetto Bess (impianto di accumulo elettrochimico) previsto per la primavera 2026, va in direzione esattamente opposta». Infatti, «apre un buco di precarietà». La sfida è «costruire un percorso che accompagni azienda e lavoratori fino all’avvio dei Bess senza interruzioni, senza licenziamenti con la garanzia del reddito, rendendo sostenibile questo iter con gli strumenti normativi esistenti. Se Enel e Sir si rendessero disponibili a questa scelta di responsabilità, anche attraverso intese con Confindustria e con i sindacati per il ricorso ad ammortizzatori sociali che mettano in sicurezza i lavoratori fino a maggio 2026, il tavolo brindisino - proseguono i dem - potrebbe parlare con una sola voce e chiedere sostegno concreto alla Regione, che è già pronta a fare la propria parte».
Come già avvenuto per la vertenza ex Ilva di Taranto, «si potrebbe attivare un percorso di formazione ad hoc per chi percepisce l’ammortizzatore sociale, utile a dare continuità lavorativa e a costruire le competenze che la transizione chiede ad aziende e lavoratori». È il momento in cui «ognuno deve essere disposto a fare un passo avanti e, se necessario, accettare anche qualche sacrificio economico pur di garantire la tutela dei posti di lavoro. Per questo è urgente rivedere, assieme a tutte le associazioni datoriali brindisine, il piano di committenza del progetto Bess al fine di prevedere il coinvolgimento prioritario delle aziende del territorio nei futuri investimenti. Così - conclude il Pd - potremo trasformare una fase di paura in una sfida condivisa, proiettando l’intero indotto verso gli investimenti, non più rinviabili, per la transizione energetica ed ecologica, senza lasciare indietro nessuno».















