BRINDISI - Già da alcuni anni vengono definiti i «nuovi poveri». Dormono in auto o in garage (o in altri posti di... fortuna) e si rivolgono alla Caritas per avere un pasto caldo. Sono i padri separati, un esercito di «fantasmi» che vive quasi ai margini della società, spesso peraltro per propria scelta dettata dall’orgoglio e dalla dignità di uomini che preferiscono passare inosservati e vivere nell’anonimato.
La rottura del rapporto coniugale e l’obbligo di provvedere al mantenimento della famiglia (soprattutto con due o più figli) li ha ridotti in grosse difficoltà economiche, specie chi - come operaio o impiegato e, quindi, lavoratore «umile» - percepisce salari medio-bassi, e in pochi, dopo aver perso la casa coniugale, possono permettersi il lusso di affittare un appartamento.
Da anni combattono per i loro diritti (con manifestazioni in piazza e attraverso il sostegno di alcuni sodalizi, in primis l’associazione «Padri separati» che vanta migliaia di utenti sui vari social, a cui si affianca a livello regionale l’associazione «Padri separati dai figli»), scontrandosi troppo spesso, tuttavia, con il classico «muro di gomma». A Brindisi, come ovunque, se ne contano in gran numero (la Caritas ne è la testimonianza più eloquente), a tal punto da indurre, per la prima volta in assoluto, l’Amministrazione comunale a prendersi cura della loro condizione, soprattutto dal punto di vista abitativo. E così, approfittando della grande opportunità fornita dal Pnrr, ha deciso di candidare ai finanziamenti garantiti dallo Stato anche due progetti che prevedono la realizzazione di residenze per padri separati.
L’intervento, nello specifico, ha come oggetto la riqualificazione e rifunzionalizzazione di due immobili confiscati alla criminalità: uno in via Ancona e l’altro in via de Verrazzano (per quest’ultimo saranno disponibili due alloggi e, proprio ieri, la Giunta ha approvato la delibera relativa al progetto di fattibilità tecnico-economica dell’intervento di riqualificazione). In più, c’è un terzo progetto che investe, in questo caso, tutti gli indigenti (non solo i padri separati, che comunque potranno beneficiarne): la nascita di un «Market solidale» presso un altro immobile confiscato, ubicato in via Remo, anch’esso da ristrutturare. Una risposta concreta, in termini di capacità di acquisto, alle situazioni di disagio economico, ma anche un luogo dove si possa concretizzare, al contempo, la redistribuzione delle risorse e la lotta allo spreco alimentare.
«Le residenze per padri separati sono uno strumento reale e concreto di attenzione sociale che vogliamo mettere al servizio dei nostri cittadini - ha detto al riguardo l’assessore ai Servizi Sociali Isabella Lettori -. I bisogni, nei casi di separazione, sono poco conosciuti ma rappresentano una necessità per tante persone e, soprattutto, tanti bambini. Anche nel nostro territorio c’è una vera emergenza e, come amministrazione, abbiamo sentito il dovere di fare qualcosa di concreto per andare incontro alle loro esigenze».