LECCE - Dopo cinque secoli non è ancora sopita la contesa della colonna romana tra Lecce e Brindisi, scherzosamente sui social tra i due sindaci, un pò meno dall’opposizione di Forza Italia di Brindisi. A guardia del porto di Brindisi, ne vennero erette due gemelle, ma una crollò nel 1528 per un terremoto e rimase a terra in pezzi per oltre un secolo, fin quando la peste risparmiò il Salento e nel 1657 a Lecce si volle un monumento per ringraziare il patrono Sant'Oronzo; così l’allora sindaco di Brindisi donò a Lecce i pezzi, ma pare contro la volontà popolare, tant'è che furono consegnati solo due anni dopo e solo per intercessione del viceré di Napoli. Si dovette arrivare al 1666 per riuscire a erigerla a Lecce. Oggi, terminati i lavori di restauro della colonna e cominciato lo smontaggio delle impalcature, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini lo ha annunciato anche sui social, dove il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, gli ha risposto giocosamente: «Carlo ti dispiace se più tardi passo a prenderla?».
Lo scherzo però non è piaciuto alla coordinatrice cittadina di Forza Italia di Brindisi, Livia Antonucci, che prima critica a Salvemini il parlarne come «uno dei simboli» di Lecce, mentre quelle due colonne sono «simboli della cultura di Brindisi», protesta in una nota. Poi ne ha anche per il sindaco Rossi: il suo è un «commento goliardico», scrive, ricordando la richeista che invece nel 2007 l’allora sindaco e «compianto Mennitti fece all’allora sindaco di Lecce Perrone, invitandolo a restituire la colonna alla città di Brindisi proprio perché ad essa appartenente». In Piazza Sant'Oronzo a Lecce, intanto, lo smontaggio delle impalcature «sarà completato in pochi giorni - annuncia il Comune - restituendo alla città la vista di uno dei beni monumentali caratterizzanti la piazza principale», dopo interventi di ripulitura, consolidamento e trattamenti protettivi. «Presto - annuncia inoltre Salvemini - daremo notizie anche sulla realizzazione della copia della statua di Sant'Oronzo, che sarà collocata sulla colonna».