Roma, 15 dic. (Adnkronos) - Nuova presa di posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a difesa dell'Unione europea. Se venerdì scorso, incontrando il Corpo diplomatico per gli auguri di fine anno, il Capo dello Stato aveva ricordato come sia "una delle più riuscite esperienze di pace tra i popoli e di democrazia –nata e ampliata nella costante ricerca della pace –ripeto- e della libertà", oggi è ancora piùnetto. Inaugurando alla Farnesina la diciottesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori italiani, il Presidente della Repubblica considera, "a dir poco, singolare che, mentre si affacciano, in ambito internazionale, esperienze dirette a unire Stati e a coordinarne le aspirazioni e le attività, si assista a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione europea, alterando la verità e presentandola anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e per i diritti, sviluppatasi anche con la condivisione e con l’apprezzamento dell’intero Occidente, come una organizzazione oppressiva, se non addirittura nemica della libertà".
Mattarella mette in guardia rispetto alla "tentazione della frammentazione" che "si insinua nelle relazioni internazionali -e persino nel mondo occidentale- con la ripresa di un metodo di ostilità che misura i rapporti internazionali su uno schema a somma zero: se qualcuno ci guadagna significa che qualcun altro ci perde". Sotto attacco, avverte il Capo dello Stato è "il campo occidentale", bersaglio di "un’operazione che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori, separando i destini delle diverse nazioni. Non è possibile distrarsi e non sono consentiti errori".
Nessun nome viene citato nel discorso del Presidente della Repubblica, ma i riferimenti sembrano chiari. Venerdì scorso Mattarella aveva parlato di "corporazioni internazionali che si espandono pretendendo di non dover osservare alcuna regola", oggi sottolinea che "cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere –di fatto sottratti alla capacità normativa e giurisdizionale degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali. Centri di potere dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche, tanto sul piano interno ai singoli Stati quanto su quello internazionale".
E questo in un contesto di "flussi informativi manipolativi che, nell’ambito di conflitti ibridi condotti con vari strumenti ostili, congiungono fronte interno e fronte esterno". Con "pericolose attività di disinformazione" che "tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici".
Passando poi in rassegna le varie aree di crisi, il Capo dello Stato ricorda "l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, con l’aberrante intendimento, malgrado gli sforzi negoziali in atto, di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa. Azione ritenuta irresponsabile e inammissibile già oltre cinquanta anni addietro alla Conferenza di Helsinki sulla cooperazione e la sicurezza nel continente".
Non solo. "Assistiamo oggi alla pretesa di imporre punizioni contro giudici delle Corti internazionali per le loro funzioni di istruire denunce contro crimini di guerra, a difesa dei diritti umani, in definitiva a difesa dei popoli del mondo: sono pretese di un mondo volto pericolosamente indietro, al peggiore passato. Un mondo che si presenta rovesciato e contraddittorio con condanne alla carcerazione di componenti le Corti internazionali ad opera di un Paese promotore, e con suoi giudici protagonisti, del processo di Norimberga". Un riferimento alla condanna da parte di un Tribunale di Mosca di Rosario Salvatore Aitala, vicepresidente della Corte penale internazionale, che nel marzo 2023 ha firmato il mandato d’arresto contro Vladimir Putin.
Spostandosi invece "nelle zone più sensibili dell’Asia orientale -evidenzia Mattarella- la competizione tra potenze si traduce in un incremento delle frizioni e, talvolta, in un incremento di una pericolosa retorica bellicista". E "tensioni si vanno accentuando anche in America Latina e nei Caraibi, da ultimo con il riaffacciarsi di una sorta di riedizione della cosiddetta 'dottrina' di James Monroe, la cui presidenza si è conclusa esattamente due secoli fa".
E non va certo dimenticato che anche "il piano economico e commerciale è tutt’altro che esente da tensioni, con la diffusione di politiche e strumenti che puntano a rafforzare artificiosamente il proprio Paese a scapito degli altri. Sovraccapacità produttiva, dumping, dazi, dominio delle catene di approvvigionamento e coercizione economica, solo per citare alcune tra le distorsioni più significative, nuocciono a un mondo pacifico e interdipendente".
In questo quadro "alcuni commentatori sostengono che quelli attuali siano tempi inadatti per la diplomazia e, dunque, per quanti la esercitano per vocazione e professione. Sono in errore. È esattamente in tempi difficili che la diplomazia -esorta il Presidente della Repubblica- si trova a dispiegare una delle sue caratteristiche più preziose: la ricerca di percorsi per uscirne e di spazi di dialogo".
Innanzi tutto "la diplomazia è decisiva per la proiezione esterna dell’Italia, per la sua posizione nell’Europa integrata e nel mondo, e non soltanto per questi obiettivi". Più in generale "l’epoca di transizione in cui ci troviamo presenta pericoli che dobbiamo saper tempestivamente riconoscere: a stagliarsi all’orizzonte c’è il rischio di un generale arretramento della civiltà. La legalità internazionale è un bene comune efficace nel contrastare questo pericolo".
"Nell’epoca delle 'policrisi' è indispensabile una 'poli-diplomazia'" e, conclude Mattarella, "l’opera silenziosa di tessitura della diplomazia, che sempre più, in questa epoca, connette Stati e comunità, può e credo debba -nelle sue espressioni più alte- contribuire a promuovere concordia nella convivenza tra i popoli, giustizia internazionale nei confronti di chi aggredisce e opprime, collaborazione per il bene comune". (di Sergio Amici)
















