BARLETTA - Oltre 52 milioni di euro di crediti fiscali come «Bonus facciate», «Bonus ristrutturazione» e «Sismabonus» per lavori mai eseguiti, in alcuni casi su immobili inesistenti: è l’accusa rivolta dalla Procura di Trani a quindici persone, di cui nove amministratori di società di Barletta, Cerignola e Molfetta e sei presunti complici quasi tutti nullatenenti. Nei loro confronti i magistrati hanno ora chiuso le indagini e nelle prossime settimane potrebbero chiederne il rinvio a giudizio.
L’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal pm Ubaldo Leo, ha accertato - tra ottobre 2022 e febbraio 2025 - il raggiro milionario messo in piedi dal gruppo di imprenditori. L’inchiesta a settembre 2024 ha portato anche al sequestro preventivo dei beni mobili e immobili riconducibili ad alcuni degli indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, poi riqualificato in truffa aggravata. I crediti d’imposta effettivamente presenti nel cassetto fiscale dei soggetti economici ammontavano all’epoca a circa 15 milioni di euro. A questa somma si aggiunsero, come patrimonio sottoposto a sequestro, diversi beni immobili, partecipazioni societarie per quote nominali con un valore superiore a 70mila euro relative a 13 società, sette autovetture, sette motocicli, un orologio di pregio e blocco con relativo sequestro del saldo presente in 59 conti correnti intestati agli indagati.
Ai nove imprenditori indagati i magistrati di Trani contestano il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Stesso reato addebitato ai sei complici che avrebbero ceduto le proprie credenziali di accesso alla piattaforma di cessione dei crediti generando i bonus fittizi...