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«Sistema Trani», al via il processo d’appello: 8 i condannati in primo grado tra peculato e concussione

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

«Sistema Trani», al via il processo d’appello: 8 i condannati in primo grado tra peculato e concussione

Il prossimo 23 ottobre i giudici decideranno se convocare altri testimoni

Venerdì 13 Giugno 2025, 09:50

È stata fissata al prossimo 23 ottobre la seconda udienza nel processo d’appello «Sistema Trani», con la Corte d’Appello chiamata a decidere in quella data sull’opportunità di riaprire l’istruttoria dibattimentale.

Nell’udienza di ieri l’avvocato Papagno, difensore dell’ex comandante della Polizia locale, Antonio Modugno, ha inizialmente eccepito un difetto di notifica, questione che la Corte ha considerato ma senza impedire il regolare svolgimento delle attività. Successivamente, ha chiesto di rinnovare l’istruttoria dibattimentale con l’acquisizione di due nuove prove in favore dei suoi assistiti: per Modugno, una perizia contabile finalizzata a determinare le differenze tra le somme erogate dal Comune di Trani alle cooperative e il valore effettivo del lavoro svolto dai lavoratori, così da ridurre lo scarto tra le condotte presuntivamente appropriative e il servizio effettivamente reso; per l’istruttore contabile Sergio De Feudis, una perizia tecnica sui computer del Comune di Trani, poiché non sarebbe stato nominato un consulente tecnico per cristallizzare con certezza le presunte alterazioni informatiche, che secondo l’accusa e la sentenza di primo grado sarebbero state effettuate.

La Procura generale, per quanto riguarda l’appello proposto dal Pubblico ministero nei confronti dell’ex vice sindaco Giuseppe Di Marzio, assolto in primo grado ed oggi appellato, ha chiesto l’audizione di alcuni testimoni. Anche l’avvocato Papagno ha chiesto di ascoltare ulteriori testimoni.

La Corte ha stabilito che, nell’udienza del 23 ottobre tutte le parti discuteranno in merito all’opportunità e/o necessità di acquisire queste nuove prove richieste in grado di appello. In quella stessa data la Corte emetterà l’ordinanza con la quale stabilirà se rinnovare o meno l’istruttoria.

La sentenza del Tribunale di Trani porta la data del 2 febbraio 2023: otto i condannati, tutti odierni appellanti. Il processo di primo grado, scaturito da misure cautelari del 20 dicembre 2014 che posero fine all’amministrazione del sindaco Luigi Riserbato (assolto con formula piena), ha delineato un quadro complesso con molte assoluzioni nel primo filone (tentata concussione politica e turbata libertà di scelta del contraente) e numerose condanne nel secondo (alterazioni informatiche, peculato e falso), sviluppatosi dalla primavera del 2016 e poi unificato al primo.

L’appellante del primo filone è Maurizio Musci (difeso da Amleto Carobello e Mario Malcangi), ex consigliere comunale condannato a 2 anni e 6 mesi per tentata concussione politica.

I ricorrenti del secondo filone sono i seguenti: Sergio De Feudis (istruttore contabile Ufficio ragioneria, difensori Luigi Covella e Claudio Papagno), condannato a 9 anni e 6 mesi per concorso in peculato e falso continuo e aggravato, oltre ad alcune assoluzioni; Edoardo Savoiardo (responsabile Ufficio appalti, Maria Rosaria De Cosmo), 5 anni, 5 mesi e 20 giorni; Antonio Modugno (ex comandante e dirigente Polizia locale, Claudio Papagno), 5 anni, 11 mesi e 20 giorni; Domenico Guidotti (ex dirigente Area finanziaria, Claudio Papagno), 1 anno; Luca Russo (ex segretario generale, Maria Rosaria De Cosmo), 1 anno; Carlo Addamiano (ex dipendente cooperativa Un amico per Trani, Gianluca Giorgio), 4 anni e 6 mesi; Vincenzo Giachetti (ex comandante Vigilanza Notturna, Raffaele Daluiso), 5 anni e 7 mesi.

Giachetti fu colui che denunciò il presunto tentativo di concussione politica da parte di Musci, nei confronti del quale è costituito parte civile. Parte civile nell’appello è anche il Comune di Trani, difeso da Bepi Maralfa.

Alcuni legali avrebbero in animo di chiedere che entri nel processo la sentenza di Lecce che ha condannato a 3 anni e 9 mesi il titolare del fascicolo, Michele Ruggiero, per falso ideologico avendo alterato i verbali che determinarono gli arresti di Di Marzio e De Feudis.

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