«Quel fumo acre, la difficoltà a respirare. Il terrore che ho letto subito negli occhi di mia moglie e dei miei figli. Non riesco a cancellare i ricordi di quegli attimi interminabili di paura. Siamo salvi per miracolo».
È ancora incredulo e scosso l’europarlamentare di Fratelli di Italia, Francesco Ventola che, meno di una settimana fa, è stato vittima con la sua famiglia di un attentato incendiario: un piromane, per il momento ancora ignoto, avrebbe incendiato il portone della loro abitazione, nel cuore di Canosa di Puglia, nel nord Barese. Il rogo sarebbe stato provocato da del liquido infiammabile (un miscuglio di nafta e oli esausti) che qualcuno avrebbe cosparso sul portone e sotto di esso prima di appiccare le fiamme e fuggire.
«Erano le 2.44, in piena notte. È stato un fulmine a ciel sereno che mi ha scosso come cittadino e uomo politico. A meno che l’autore non sia un mitomane, l’episodio, di una gravità inaudita, potrebbe essere collegato alla mia attività o forse conseguenza di un periodo storico caratterizzato da troppe tensioni o fibrillazioni. Forse sono stato preso di mira come uno dei punti di riferimento del territorio», dice alla Gazzetta Francesco Ventola che, dallo scorso mese di maggio, in occasione delle elezioni europee è stato eletto con oltre 89mila preferenze. Ma, prima ancora, è stato consigliere regionale nel 2015, presidente del gruppo regionale di Fratelli d'Italia, è stato presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani in rappresentanza della coalizione di centro-destra nel 2009 e, dal 1996, si è dedicato alla vita amministrativa di Canosa, ricoprendo il ruolo di consigliere comunale, assessore e e nel 2022 fu eletto sindaco (al ballottaggio), venendo riconfermato nel 2007 con ampia percentuale di preferenze (70,1% al primo turno).
«Nella mia carriera politica non ho mai ricevuto un attacco così violento e, per questo, continuo a chiedermi perché. C'è chi trova i copertoni squarciati alla propria auto e chi rabbrividisce vedendo la stessa ridotta ad un cumulo di cenere, c’è chi riceve proiettili imbustati nella propria cassetta postale, telefonate minatorie nel cuore della notte, minacce o insulti attraverso i social network. Ma arrivare a mettere a repentaglio l’incolumità di un’intera famiglia è davvero troppo», commenta Ventola. «Quanto accaduto mi sta assillando e non mi fa vivere sereno», aggiunge l’europarlamentare che ricorda quei momenti come se fossero il peggiore degli incubi vissuti: «Erano due giorni che non mi fermavo per tutti gli impegni in Europa con Fitto. Venerdì notte tornai all’1.30 e dormivo tranquillamente. Mi moglie si svegliò di soprassalto perché non riusciva più a respirare a causa del fumo inalato per oltre 10 minuti. La rampa della scala ha fatto da canna fumaria. Antonio (uno dei due figli dell'europarlamentare, ndr), avendo la cameretta più vicina all’ingresso, inalò purtroppo più fumo e inizialmente ebbe più difficoltà a respirare. È dovuto ricorrere alle cure del personale del pronto soccorso per liberarsi. Se non si fosse accorta mia moglie, probabilmente avreste raccontato un’altra storia, sicuramente più drammatica».
Ventola, dopo il vile gesto patito e dopo aver ricevuto la solidarietà di amici e concittadini, dei suoi elettori, delle istituzioni locali, regionali e nazionali, dopo la vicinanza mostrata dal suo partito a cominciare da Giorgia Meloni e dal ministro Raffaele Fitto, è ritornato subito a Bruxelles per i suoi impegni politici.
«L’aspetto più negativo è quando coinvolgono le famiglie ma, di fronte ad una attacco simile o molli tutto o vai avanti con determinazione credendo nelle istituzioni perché diventi esempio per gli altri, per i propri figli. Sono convinto che l’ignoto attentatore sarà smascherato e allora capiremo perché ha agito così, mettendo a repentaglio la mia incolumità e e quella della mia famiglia», chiosa Ventola nei cui confronti ha espresso parole di solidarietà anche Michele Abbaticchio, già sindaco di Bitonto e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico. «Nell'ultimo anno la Puglia si colloca al quarto posto tra le Regioni più colpite dal fenomeno di atti di intimidazioni ad amministratori pubblici. Un caso ogni 28 ore in Italia. E a questa desolante classifica si è aggiunto l'amico Francesco Ventola. Nella quasi totalità dei casi questi episodi sono collegati alla svolgimento del proprio ufficio pubblico ed al desiderio di far rispettare le regole e l'ordine. Ma qui ci va di mezzo anche la famiglia e la propria serenità. Un'invasione del proprio intimo, una sensazione di costante pericolo che, soprattutto tra coloro che ci affiancano, non va più via. A lui ed ai suoi cari la piena solidarietà e disponibilità all'ascolto di Avviso Pubblico, associazione di Regioni e Comuni contro le mafie. Costruiamo insieme la reazione civica».