BARI - Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borracino sono responsabili, al di là di ogni ragionevole dubbio, rispettivamente della morte e della soppressione del cadavere di Michele Cilli, il 24enne barlettano scomparso nella notte fra il 15 ed il 16 gennaio 2021 e mai più ritrovato.
«La verità non è ciò che si dimostra ma ciò che è ineluttabile, quando non c’è altra spiegazione possibile», ha dichiarato innanzi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Bari il sostituto procuratore generale Giannicola Sinisi, chiedendo di confermare le condanne inflitte in primo grado, rispettivamente di 18 anni e 8 mesi per Sarcina, accusato di omicidio volontario, e 5 anni e 8 mesi per Borracino, che risponde solo di distruzione di cadavere. Il magistrato, nella sua lunga requisitoria, ha ripercorso tutte le tappe dell’inchiesta, valorizzando tutti gli elementi indiziari che nel corso del processo con rito abbreviato hanno portato ad un verdetto di colpevolezza.
«Non esistono piste alternative - ha ribadito il pg -. C’è una banda che operato, per uccidere, disperdere le tracce, e inquinare questo processo per far sì che la verità non venisse mai a galla».
Tanto perché nel corso della sua discussione il pg ha avanzato l’ipotesi che i due imputati possano aver agito in concorso con altri soggetti. «La responsabilità di questi imputati – ha concluso - è scritta in una storia che nessuno potrà modificare».
La sera della scomparsa, Cilli si trovava al bar «Portobello» ed è stato visto allontanarsi a bordo della Volkswagen Golf di colore nero insieme a Sarcina. «Lo riferiscono tre testimoni», ha ribadito Sinisi. Le telecamere di videosorveglianza della zona hanno immortalato il percorso dell’utilitaria: l’auto viene ripresa poco dopo fare ingresso in un garage di via Ofanto, in corrispondenza del condominio in cui abita il fratello di Sarcina. Gli inquirenti ritengono che proprio nel garage sia stato commesso l’omicidio. Secondo l’accusa, Borraccino, invece, avrebbe riempito una tanica di benzina per poi entrare nel garage di via Ofanto, trattenendosi per pochi minuti. I due imputati, però si sono sempre proclamati innocenti.
Diversi i punti sui quali i legali hanno insistito maggiormente. In primo luogo, sulla base dei filmati non si può avere la certezza che fosse Cilli il ragazzo che quella sera sale a bordo dell’auto di Sarcina. E ancora. Secondo l’ipotesi accusatoria, Borraccino si sarebbe procurato una tanica per portare la benzina e distruggere definitivamente il corpo del ragazzo. Ma la difesa ha obiettato che la benzina contenuta nella tanica era troppo poca per bruciare un cadavere, e come se non bastasse non sono mai stati ritrovati segni di bruciatura. Infine, l’assenza di un movente.
Ieri hanno discusso i legali di Sarcina, gli avvocati Michele Laforgia e Francesco Di Marzio, e l’avvocato di parte civile Michele Cocchiarole L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 9 ottobre, quando prenderanno la parola gli avvocati Nico Mastrapasqua e Ruggiero Vitobello: a seguire eventuali repliche e la lettura del dispositivo.