TRANI - Condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione per il tentato omicidio di un pescatore ed altri reati (l’accusa aveva chiesto 7 anni e 10 mesi). Per suo padre 2 anni e 2 mesi, contro i 5 anni e 8 mesi chiesti dal Pubblico ministero. Assolto il terzo imputato.
Si è chiuso così il rito abbreviato in merito all’episodio del 13 dicembre 2022, quando nella zona dell’ex macello comunale avvenne una sparatoria. Ne furono protagonisti i tranesi Felice Fiore, 23 anni, figlio di Maurizio, 51. I due arrivarono sul posto dopo avere avuto un diverbio in chat con la vittima designata, un pescatore, e suo padre.
tentato omicidio Il procedimento, all’origine, contestava ai Fiore anche il tentato omicidio in concorso di due carabinieri, giunti sul luogo pochi minuti dopo gli spari verso il pescatore: dopo una serie di istanze e conseguenti valutazioni da parte del Tribunale della libertà, quell’accusa è caduta insieme con altre, ed è questo il motivo per cui il giudice, Carmen Corvino, ha rimodulato le pene.
lite per 200 euro I protagonisti dell’episodio, tutti appartenenti all’ambiente della pesca subacquea, avevano avuto divergenze a causa di contravvenzioni, sequestri di attrezzature e relative responsabilità. I Fiore chiedevano agli interlocutori di corrispondere loro 200 euro per delle bombole sequestrate.
All’appuntamento all’ex mattatoio Maurizio Fiore mostrava alla vittima designata un coltello minacciando di colpirlo se si fosse avvicinato, ma non lo utilizzava. Poco dopo i Fiore si allontanavano a bordo della loro autovettura, guidata da Felice, ma vi ritornano dopo pochi minuti e dal veicolo Felice Fiore scendeva puntando una pistola contro il pescatore: veniva esploso un colpo che non raggiungeva il bersaglio, poiché la persona che Fiore avrebbe voluto colpire si era riparata dietro la sua auto.
A Felice Fiore cadeva poi la pistola, la recuperava, sembrava volesse sparare ancora ma non lo faceva, forse perché l’arma gli si era inceppata. Nel frattempo arrivavano dei carabinieri in borghese e sempre Felice Fiore, risalito in auto, reagiva al loro ordine di fermarsi forzando il blocco. Suo padre lo invocava invece di fermarsi, prima che i militari sparassero alle gomme.
La prima misura adottata era stata quella del carcere per entrambi, con l’accusa di doppio tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale ed estorsione. Alla fine, in fase di giudizio, a Felice Fiore sono stati addebitati il tentato omicidio del solo pescatore, la resistenza a pubblico ufficiale e la detenzione abusiva di arma da fuoco. Inoltre, caduta l’accusa di estorsione a loro carico, i Fiore sono stati condannati per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, poiché la loro azione era mirata ad ottenere la restituzione di quanto presuntivamente dovuto. Maurizio Fiore è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio in concorso con il figlio, ma condannato anche per l’arma.
Il terzo imputato, Gianluca Napoletano, tranese 28enne difeso da Antonio Florio (4 anni e 6 mesi la richiesta), è stato assolto per non avere concorso nella custodia dell’arma con Felice Fiore. Il loro difensore, Enrico Alvisi, attende il deposito delle motivazioni entro 90 giorni per valutare l’opportunità, peraltro preannunciata come quasi certa, di proporre appello.