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Canosa, Pietra Caduta tornerà presto a «parlarci» dei suoi tesori archeologici

 
Maria Grazia Rongo

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Maria Grazia Rongo

Canosa, Pietra Caduta tornerà presto a «parlarci» dei suoi tesori archeologici

Via alle indagini per i nuovi scavi nella necropoli. In campo l'Università di Bari

Venerdì 05 Gennaio 2024, 07:51

CANOSA - È suggestivo il nome dell’area archeologica e necropoli di Canosa di Puglia: Pietra Caduta. Un nome che evoca un passato che continua a venire alla luce. Dopo sette anni dagli ultimi scavi sono infatti iniziate le indagini propedeutiche alla nuova campagna di scavo prevista per la primavera 2024 - per la prima volta, su concessione triennale del Ministero della Cultura (MiC) - da parte degli studenti di Scienze dei Beni Culturali e Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi di Bari. La concessione del MiC allo scavo arriva dopo un altro importante risultato sull’area: a maggio scorso, grazie all’interessamento della Fondazione Archeologica Canosina – Fac, e dell’associazione nazionale Italia Nostra sezione di Canosa, la Soprintendenza delle province BAT e Foggia aveva concluso l’iter per la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area e per la conseguente apposizione del vincolo archeologico, che oggi si completa con la concessione di scavo di tre anni.

L’area archeologica canosina, nella provincia Bat, di oltre 26mila metri quadri, con il suo esteso spazio funerario è caratterizzata dalla presenza di cave a cielo aperto e di numerose tombe di età daunia, a monocamera, dette «grotticelle». Dopo sette anni dagli ultimi interventi, si ricomincia quindi a scavare in modo sistematico, grazie alla sinergia tra la FAC, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta - Andria - Trani e Foggia e l’Università di Bari. A dirigere gli interventi, la professoressa Raffaella Cassano, che guida il team di lavoro insieme all’archeologa Maria Silvestri, direttore scientifico del progetto.

Obiettivo dello scavo è l’approfondimento della conoscenza sul vasto settore funerario periferico risalente al IV - III secolo a.C., con le trentatré tombe «a grotticella», che purtroppo nel corso degli anni sono state depredate, ma una parte degli antichi corredi che custodivano sono stati recuperati e potranno svelare molto sul rapporto con l’insediamento daunio, sui rituali funerari e sul profilo degli abitanti che qui erano sepolti. Gli interventi in cui sono stati impegnati, nel mese di dicembre, gli studenti dell’Università di Bari hanno riguardato la bonifica dell’area, il ripristino delle evidenze archeologiche ed il perfezionamento della base topografica per la corretta georeferenziazione della necropoli. Nelle attività, sono stati coinvolti gli studenti del liceo «Fermi» di Canosa attraverso incontri di approfondimento, che già tra il 2014 e il 2016, avevano partecipato ad alcuni campi - scuola di archeologia, realizzati grazie alla collaborazione fra la Fondazione Archeologica Canosina e la Soprintendenza Archeologica della Puglia.

«L’attività di scavo e ricerca che sarà condotta su quest’area archeologica non ancora compromessa dallo sviluppo urbanistico, di fatto paesaggisticamente vergine, sicuramente consentirà di acquisire ulteriori dati conoscitivi sulla storia e l’evoluzione di un centro urbano così importante», commenta Anita Guarnieri, Soprintendente ABAP per le province BAT e Foggia. Sergio Fontana, presidente della Fondazione Archeologica Canosina, sottolinea: «La ripresa delle indagini nell’area di Pietra Caduta è una bellissima notizia, un traguardo frutto della cooperazione pubblico-privato in cui la Fondazione crede fermamente ed ulteriore esito del buon lavoro congiunto che stiamo svolgendo con la Soprintendenza».

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