ANDRIA - È stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione G.Z., 38enne di Andria, giudicato con rito abbreviato innanzi al gup Anna Lucia Altamura con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e spaccio. All’uomo, per il quale il pm aveva chiesto 6 anni di carcere, è stato riconosciuto il vizio parziale di mente. Dovrà risarcire in separata sede la vittima, costituita in giudizio con l’avvocato Maurizio Altomare.
I fatti oggetto del processo risalgono al 29 gennaio 2022. C’è da dire che la giovane in quel periodo si trovava presso una comunità terapeutica, a causa di alcuni disturbi comportamentali.
In base al contenuto della denuncia, quella mattina gli operatori della struttura l’avevano accompagnata a scuola. Dopo aver chiesto all’insegnante di poter andare in bagno, ed essersi assicurata di non essere vista, la ragazza è riuscita ad allontanarsi dall’istituto, dirigendosi a piedi in un luogo sconosciuto e isolato dove c’erano degli alberi. È in quel momento che la giovane incontra G.Z., che le chiede dove stesse andando e cosa ci facesse in quel posto. Lei risponde di voler essere accompagnata al Policlinico di Bari, dove è in cura, e lui accetta. La fa salire in macchina e le chiede di stendersi sui sedili posteriori. In quella posizione la ragazza non ha la possibilità di vedere dove la stesse portando.
Così la giovane si trova davanti ad una villa di campagna, della quale il 38enne aveva la disponibilità. Per convincerla a scendere dalla macchina, G.Z. le avrebbe fatto bere tre birre. Come se non bastasse, poco dopo le avrebbe anche fatto fumare hashish. La presunta vittima, dopo essersi lamentata per un forte mal di testa e senso di stordimento, avrebbe infine accettato una pillola data dall’uomo.
Una volta dentro la villa, si sarebbe consumata la violenza, alla quale la 17enne non avrebbe avuto la possibilità di opporsi a causa delle sue condizioni.
Alla fine, il 38enne l’avrebbe poi portata al Policlinico, non prima però di raccomandarle di non riferire nulla in merito a quello che era accaduto.
La denuncia è stata presentata dalla madre della minorenne al posto fisso di polizia dell’ospedale.
Agli investigatori la ragazza ha riferito di non conoscere il nome dell’uomo, ma ha descritto con dovizie di particolari tutti i tatuaggi che aveva sul corpo, aggiungendo che la villa dove l’aveva portata era recintata da un cancello rosso.