«È un’idea fantastica quella della Fondazione Archeologica Canosina di tentare di dare una mano al processo di rieducazione di chi ha commesso degli errori utilizzando la bellezza. In questo caso la bellezza degli scavi archeologici, ma anche il lavoro che è necessario per mantenere o per scoprire nuovi reperti o siti. E qui a Canosa c'è una ricchezza incredibile ancora non totalmente impiegata da parte dei circuiti turistici». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina a Canosa di Puglia per il convegno «Sistema sanzionatorio penale e giustizia riparativa nella riforma Cartabia: il ruolo delle Fondazioni che promuovono la cultura», organizzato dalla Fondazione Archeologica Canosina.
All’incontro erano presenti tra gli altri, anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il sindaco di Canosa, Vito Malcangio, il procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, Anita Guarnieri della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di BAT e Foggia, e il presidente della Fondazione Archeologica Canosina, Sergio Fontana. «Questo è anche un esempio di collaborazione istituzionale con la Soprintendenza, il Comune e la Procura della Repubblica di Trani. - ha proseguito Emiliano - un esempio di quello che è il concetto che è alla base dell’antimafia sociale così come è stata costruita dalla Regione Puglia in tanti anni e che viene incarnata attraverso la possibilità di avviare al lavoro tutte le persone dell’area penale esterna, cioè tutti quelli che devono scontare la pena ma possono svolgere lavori esterni. Immagino che non mancheranno le richieste di sostegno da parte della regione Puglia, cosa che noi siamo pronti a dare».
SISTO: LA GIUSTIZIA RIPARATIVA TENDE A SUTURARE LE FERITE
«La giustizia riparativa» è una «rivoluzione copernicana» che «tende a suturare le ferite». Lo ha detto il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Canosa di Puglia, a margine del convegno 'Sistema sanzionatorio penale e giustizia riparativa nella riforma Cartabia: il ruolo delle Fondazioni che promuovono la culturà, organizzato dalla Fondazione Archeologica Canosina. La giustizia riparativa fa «in modo che - ha aggiunto - tra vittima, autore del reato, familiari, società si possa creare una occasione di ripristino dei rapporti. Si tratta di chiudere una ferita che un reato ha provocato nel perfetto stile dell’articolo 27 della Costituzione, una pena che sia rieducativa». Secondo Sisto va superato «l'erroneo convincimento che più carcere c'è e più sicurezza c'è. Di questo ci siamo liberati, il carcere deve essere davvero estrema ratio».