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Scontro treni: nuova udienza a Trani, depositate note e memorie parti civili

 
Redazione online

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incidente ferroviario Bari Nord

l'immagine della tragedia

La prossima udienza è fissata per il 24 novembre prossimo e toccherà alle difese dei responsabili civili, ministero delle Infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione Puglia

Giovedì 10 Novembre 2022, 13:42

14:56

È proseguito stamani nell’aula bunker del carcere di Trani il processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta della Bari nord, gestita da Ferrotramviaria, fra Andria e Corato. In quell'incidente restarono uccise 23 persone, e 51 furono i feriti. Gli imputati, per i quali l’accusa ha già chiesto 15 condanne a pene comprese fra i 12 anni e i 6 anni di reclusione, più una assoluzione, sono accusati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso.
Nella requisitoria del 27 ottobre scorso, l’accusa ha chiesto anche per Ferrotramviaria la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l’esercizio dell’attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno e anche la confisca di 664.000 euro, somma che - secondo l’accusa - la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l’uso del blocco conta assi.
Oggi le parti civili, tra cui Regione Puglia, i comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, associazioni di consumatori, fra cui Codacons, Confconsumatori e Acu (Associazione Consumatori Utenti), Anmil, Gepa, e alcuni familiari delle vittime, hanno depositato le loro note e memorie. In alcuni casi sono anche state discusse.
La prossima udienza è fissata per il 24 novembre prossimo e toccherà alle difese dei responsabili civili, ministero delle Infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione Puglia.

L’obsolescenza del sistema del blocco telefonico, gli incidenti scampati registrati nel corso degli anni, prima del disastro ferroviario del 12 luglio 2016, e l'evitabilità del danno in quanto prevedibile. Sono questi alcuni fra i punti più importanti evidenziati nella memoria depositata dall’Associazione Consumatori Utenti (Acu), una delle parti civili nel processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta della Bari nord, gestita da Ferrotramviaria, fra Andria e Corato. Nello scontro fra i treni restarono uccise 23 persone, 51 furono i feriti.
La memoria, discussa in aula dall’avvocato Gianluca Ruggiero, evidenzia come «nella seconda decade del XXI secolo, su una stazione ferroviaria ad alta intensità di traffico, la sicurezza della vita dei passeggeri era affidata all’'infallibilità' dell’essere umano: il blocco telefonico non è solo obsoleto perché dal 1960 è stato superato dal blocco conta assi (e dal 1930 dal blocco elettrico), o perché definito tale dall’ANSF già nel 2012, ma soprattutto perché si rimette la gestione del rischio alla sola persona». E ancora: «Nel nostro caso i numerosi episodi di mancati incidenti rappresentano quei precursori o segnali perspicui o peculiari che permettono all’agente di leggere attraverso di essi e cogliere la prossimità, la prevedibilità dell’evento dannoso».
Quei «pericolati», si legge nella memoria di ACU, «dovevano rappresentare per i vertici dell’azienda quei segnali per cui il blocco telefonico era ormai un sistema inadeguato su una tratta ad alto traffico e come il sistema di sicurezza basato solo sulla ridondanza uomo - uomo si era già numerose volte dimostrato fallibile». Pertanto, in merito alla evitabilità dell’evento, la relazione evidenzia come , «Nei fatti di causa, tutti i vertici dell’impresa oggi imputati sono dotati di quella professionalità richiesta per la gestione di una ferrovia ed erano consapevoli dei rischi legati ad una tratta con un attrezzaggio così vetusto, ciononostante di tutte le cautele necessarie ad impedire l’evento nessuna è stata attenzionata ed applicata dall’impresa».

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