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«La bara con mia madre lasciata in un deposito», dolore e inciviltà a Barletta

 
Giuseppe Dimiccoli

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Giuseppe Dimiccoli

«La bara con mia madre lasciata in un deposito», dolore e inciviltà a Barletta

Il racconto sgomento del figlio

Venerdì 08 Aprile 2022, 07:00

BARLETTA - «Quello che è accaduto a mia madre è qualcosa di terribile. Non avrei mai pensato che proprio nel giorno del massimo dolore causato dalla sua scomparsa mi sarei trovato a vivere una situazione di così terribile disagio».

È visibilmente scosso Roberto Gambarrota, mentre racconta «il calvario» vissuto post mortem dalla mamma. E aggiunge: «Tutti i defunti meritano rispetto e luoghi confortevoli e civili per l’ultimo addio. Francamente io e i miei familiari ci siamo sentiti maltrattati. Questa situazione non deve essere più sofferta da alcuno».

Ancora: «Quello che mi addolora e che credo ponga interrogativi a tutti coloro che hanno la responsabilità dei servizi cimiteriali è che mia madre, deceduta e "classificata" come vittima Covid, sia stata collocata in una stanza che definirei un magazzino senza alcuna dignità. Non potevo credere ai miei occhi quando ho visto dove si trovava la bara».

Il dolore riaffiora negli occhi e nelle parole. «Mi sono sentito offeso e ferito da una situazione terribile “offerta” a lei e a tutti gli altri defunti nelle stesse condizioni. Tutto questo a causa di una gestione che lascia molto a desiderare. Anche per questo ho sentito il dovere di far conoscere questa assurda vicenda nella speranza che possa scuotere le coscienze».

Poi aggiunge: «Più che una stanza la definirei una bottega degli orrori, quella dove è stato posizionato il feretro per tre giorni,. E, credetemi, non esagero. In buona sostanza, è la stanza sul lato opposto alla camera mortuaria dove vengono effettuate le autopsie».

Roberto, con la voce rotta dall’emozione, prosegue: «All'interno di quella stanza vi sono ferraglie, una vecchia bicicletta abbandonata, una ruota di camion, stracci, vecchi faldoni e via dicendo. Il pavimento presenta delle macchie. Una situazione di assoluto disordine che per nulla è compatibile con la sacralità di un momento come la morte e di un luogo preposto ad accogliere un defunto prima di essere inumato».

La conclusione: «Mi chiedo come mai, in un comune importante del Sud, e più in generale in una città come la nostra, avvenga una cosa del genere. Il mio auspicio è che questa mia denuncia possa far muovere chi di dovere e fare in modo che non si ripeta più quello che è accaduto a mia madre Michela e alla nostra famiglia. Soffro ancora a ripensare a quello che è successo e che ci possano essere altri defunti ai quali debba essere scippata la dignità in questo modo».

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