BISCEGLIE - Saranno delle perizie tecniche a fornire ulteriori elementi utili a chiarire la dinamica di quanto accaduto nella tarda serata di sabato scorso, 2 aprile, lungo la strada statale 16 bis, in territorio di Cerignola dove, un 42enne di Bisceglie, ha perso la vita. L’uomo, Donato Papagni, alla fine della sua giornata di lavoro e sulla via del ritorno a casa, si era dovuto fermare perché il mezzo che conduceva, un furgone col quale aveva fatto la sua consegna di frutta e verdura nel napoletano, aveva avuto un’avaria e lo aveva lasciato in panne, per strada. E dove, da lì a poco, l’uomo sarebbe stato travolto e avrebbe perso la vita. Intento a verificare cosa fosse accaduto al suo mezzo, infatti, Papagni è stato investito.
Soccorsi inutili
Nella sua stessa direzione di marcia e sopraggiunto un grosso mezzo, un autoarticolato, che, stando ai rilievi compiuti dalla polizia stradale di Cerignola intervenuta sul posto, avrebbe tamponato il furgone che, a sua volta, avrebbe travolto l’uomo, non lasciandogli scampo e rendendo vani i soccorsi. Una ricostruzione, questa, possibile, drammaticamente, anche grazie alla scrupolosità della vittima che, ritrovatasi in quella situazione aveva pensato di metterne al corrente sia la ditta per cui lavorava sia sua moglie. L’aveva chiamata e l’aveva avvisata che avrebbe ritardato e, probabilmente, che aveva intenzione di verificare cosa fosse successo al suo furgone. E invece a casa non è più tornato e nel pomeriggio di martedì, nella sua città, nella chiesa di Santa Caterina da Siena si sono celebrati i funerali di quel lavoratore e papà di due bambini. In chiesa c’erano tante persone e sui social, e non solo, altrettanti sono stati i messaggi di cordoglio. Donato Papagni, che prima di cominciare questo lavoro, faceva il venditore ambulante, era molto conosciuto e benvoluto a Bisceglie e la notizia della sua morte ha lasciato i suoi cari e gli amici nello sgomento.
L'inchiesta
Per quanto accaduto la procura di Foggia ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale e lo studio legale e di consulenza che assiste la famiglia di Papagni, Studio3A, auspica, avendone anche presentato istanza, che il magistrato possa «affidare una perizia cinematica per ricostruire con precisione la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del sinistro, un provvedimento auspicato da Studio3A per dare risposte ai propri assistiti, in particolare sul perché il camionista non si sia avveduto del mezzo fermo in panne». I legali e consulenti della famiglia della vittima, inoltre, intendono chiedere un accertamento irripetibile sullo smartphone in uso al conducente del mezzo pesante «per verificare se lo stesse utilizzando al momento dell’urto e stesse quindi guidando in modo distratto».
















