Andria - Alla fine (per ora e per chissà quanto tempo), paga Pantalone, cioè le casse pubbliche, per il «pasticciaccio brutto» della lista «Insieme per la Bat», ammessa illegittimamente alle elezioni provinciale di Barletta, Andria, Trani nell’ottobre 2018. «Pecunia doloris» complessiva: 25mila euro.
Con già avvenuto riconoscimento della somma come debito fuori bilancio da parte del consiglio provinciale, in attesa di rivalsa della Provincia medesima nei confronti dei consiglieri la cui candidatura e quindi successiva elezione è stata annullata dalla Corte d’Appello di Bari e contro la quale sentenza la Provincia ha presentato ricorso (tuttora pendente) in Cassazione. Ma procediamo con ordine.
La domanda nei giorni scorsi l’ha posta il consigliere provinciale Michele Lamacchia (Pd), già sindaco di San Ferdinando: «Ma come fanno ad essere ancora convocati i consiglieri eletti nella lista Insieme per la Bat, se vanno considerati decaduti?». Lo ha chiesto al presidente della provincia, Bernardo Lodispoto, e al segretario generale Floriana Gallucci. E ha inviato tutto, per conoscenza, al ministero dell’Interno e al prefetto della Bat, Maurizio Valiante.
Sottolinea Lamacchia: «Con nota del 28 maggio scorso, inviata per pec, il presidente della Provincia ha convocato il Consiglio provinciale per martedì 1° giugno, invitando, quali già consiglieri provinciali, i signori Dipaola Giuseppe Arcangelo, Antonucci Luigi Rosario, Pedone Pierpaolo, Bevilacqua Massimiliano, De Toma Pasquale, eletti nella lista “Insieme per la Bat” nelle elezioni dell’ottobre 2018».
Cosa eccepisce il rappresentante pd? «La Corte di Appello di Bari con sentenza pubblicata il 16 ottobre 2020 ha dichiarato la falsità materiale della lista dei candidati “Insieme per la Bat”, composta dai modelli depositati l’11 ottobre 2018 presso l’ufficio elettorale della Provincia e ha condannato gli appellati, in solido fra loro ed in favore dell’appellante (Giuseppe Bufo, candidato non eletto di Fronte democratico, ndr), alla refusione delle spese processuali del doppio grado di giudizio».
Di più. La Provincia ha proposto ricorso in Cassazione (tuttora pendente), ma nel frattempo le «parti soccombenti» (Provincia e candidati eletti in Insieme per la Bat) hanno ricevuto un atto di precetto da parte del ricorrente avv. Giuseppe Bufo. E così, ricostruisce ancora Lamacchia, «il consiglio provinciale lo scorso 27 maggio ha provveduto a deliberare il pagamento per intero delle spese processuali, comprese quelle dovute dai consiglieri eletti in Insieme per la Bat (Albore Cosimo Damiano, Antonucci Luigi Rosario, Bevilacqua Massimiliano, De Toma Pasquale, Lorusso Gennaro Savino, Pedone Pierpaolo) condannati in solido, con riserva di agire in rivalsa nei confronti di ciascuno, dando esecuzione alla sentenza».
«È di tutta evidenza - conclude Lamacchia - che i consiglieri ancora in carica eletti nella lista “Insieme per la Bat” (Dipaola Giuseppe Arcangelo, Antonucci Luigi Rosario, Pedone Pierpaolo, Bevilacqua Massimiliano, De Toma Pasquale) sono decaduti dalla carica in quanto la loro lista, gravata di falsità materiale, non doveva essere ammessa alle elezioni».
E la seduta del 1° giugno? Non s’è più celebrata.