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Barletta, supermercato al Castello: maratona in Consiglio

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Barletta, no al supermercato vicino al Castello

Oneri e permessi, in aula spunta il rebus dei versamenti «preveggenti» al Comune

Domenica 18 Aprile 2021, 09:00

BARLETTA - Fra i tanti curiosi aspetti esaminati nella seduta- fiume che il consiglio comunale l’altro ieri ha dedicato all’as - sai singolare vicenda del supermercato in costruzione all'ombra del castello, vi è stato anche quello del «pagamento preveggente». «Preveggente» in quanto effettuato con tre distinti bonifici il 2 e l’11 novembre 2020 dalla Lidl Italia, società a responsabilità limitata a socio unico con sede ad Arcole, provincia di Verona, a favore del Comune di Barletta. Nulla (a quello che si sa) faceva pensare all’epoca al coinvolgimento del gruppo nell’operazione, visto che l’acquisizione di area e capannone preesistente è avvenuta solo tre mesi dopo, il 15 febbraio 2021.

I VERSAMENTI -Il consigliere del Pd, Ruggiero Mennea, che di professione fa il commercialista, a un certo punto della riunione terminata attorno alle 2 di notte con il dissolversi della «maggioranza » del sindaco Cosimo Cannito, chiede lumi al dirigente arch. Donato Lamacchia: «Perché mai gli oneri per le urbanizzazioni primarie, quelli per le urbanizzazioni secondarie e il contributo sul costo di costruzione preliminari al rilascio dell’”atto endoprocedimentale edilizio” del 15 dicembre 2020 sono stati versati dalla Lidl Italia e non dalla società Fratelli Dipaola a responsabilità limitata semplificata, che pure tale permesso aveva richiesto? ». Imbarazzo del dirigente a mezzo videocamera del collegamento via web (la seduta si è svolta in modalità virtuale, a causa delle restrizioni antiCovid). Poi, viene in soccorso l’ultracitato caso dell’ex ministro Claudio Scajola, che acquistò casa con vista sul Colosseo «a sua insaputa». «A lei, consigliere Mennea - domanda l’arch. Lamacchia - è mai capitato che qualcuno abbia pagato le tasse al posto suo?». «Purtroppo no - la replica del rappresentante del Partito democratico -. A lei, non è sembrata questione da approfondire quella di tre bonifici bancari effettuati da società diversa da qualla che aveva richiesto il permesso di costruire?». Evidentemente no. E allora, si è inserito il consigliere Antonio Coriolano (5 Stelle): «Lei, architetto, di solito così puntuale e analitico nelle sue osservazioni, non ha rilevato nulla su cui soffermarsi a riflettere?».

CARTE E «INSAPUTISMO» -Eppure l’entità delle somme versate non assomiglia proprio a «bruscolini», come direbbe qualcuno. Si tratta di complessivi 208mila 913 euro, così ripartiti: 36mila 442 euro per le urbanizzazioni primarie, 72mila 106 euro per le urbanizzazioni secondarie e 100mila 365 euro a titolo di contributo sul costo di costruzione. Insomma, al di là del dilagante «insaputismo», il progetto di creare la «media struttura di vendita » a ridosso dei bastioni del castello e delle mura di San Cataldo, c’era da tempo e ogni tanto affiorava dalle carte in viaggio tra un ufficio e l’altro, senza mai giungere, stando a quanto sin qui dichiarato, seppure con qualche mezza ammissione, all’attenzio - ne dei «decisori» (mai qualifica forse fu più fuori luogo) politici.

ASSENZE E SILENZI -Quella tra la sera e la notte di venerdì, fra l’altro, è stata una seduta in cui i rappresentanti della maggioranza si sono particolarmente distinti per silenzi e assenze. Tranne alcuni interventi (quelli dei consiglieri Riccardo Memeo e Rocco Dileo, sul tema della pianificazione urbanistica e poi di Stella Mele), non s’è sentita alcuna voce tentare di spiegare come e perché si sia giunti a questo punto. La stessa Mele, con Memeo e il consigliere Luigi Antonucci, alla fine del marzo scorso aveva criticato l’erigenda costruzione del supermercato con vista castello, ma dov’erano e dove sono gli altri componenti della «maggioranza» più virtuale dei collegamenti in streaming? Il solo Giuseppe Bufo ha proposto l’affidamento di un incarico ad un amministrativista per valutare la piena legittimità di sanatorie e autorizzazioni conseguenti, ma il vicesindaco con delega al Contenzioso, Gennaro Cefola, ha poi fatto sapere che tale compito sarà svolto nell’arco di alcuni giorni dall’Ufficio legale del Comune). La scena e il dibattito sono stati monopolizzati dai consiglieri di opposizione: dai già citati Mennea e Coriolano a Pierpaolo Grimaldi (Forza Italia), da Giuseppe Basile e Maria Angela Carone (entrambi 5Stelle) e Antonio Divincenzo (Partito democratico) a Carmine Doronzo e a Ruggiero Quarto (Coalizione civica). Il sindaco, ancora barricato dietro il suo «insaputismo» («non ne sapevo niente», ha ripetuto più volte), ha dovuto fronteggiare prima simbolicamente da solo la pioggia di critiche proveniente dalle opposizioni e poi anche praticamente, col venir meno del numero legale al momento di votare i due ordini del giorno proposti dalle opposizioni in tema di eventuale sospensione in via di autotutela del permesso di costruzione del supermercato nei pressi del castello e a proposito della redazione di un cronoprogramma per la elaborazione del Piano urbanistico generale.

FIRME E DOMANDE -Oggi, dalle 10 alle 13, nei pressi della Cattedrale, intanto, continua la raccolta di firme (è stata raggiunta quota 3.800) «per impedire la costruzione del market nei pressi del castello». Nei prossimi giorni, Comune e Lidl proseguiranno il confronto su un eventuale spostamento dell’insediamento commerciale nel quartiere Barberini. Alessandro Zagaria (Collettivo Exit) sottolinea: «Siamo ormai nelle mani dei privati e nella loro volontà di mettersi "una mano sulla coscienza" per impedire questo scempio. Ma il capitale e le multinazionali conoscono solo il linguaggio del profitto. Per questo vorremmo chiedere al sindaco e alle forze politiche che lo sostengono: quanto costerà questa perequazione? Dovrà pagare ancora una volta la collettività? Se per caso la Lidl non dovesse ritenere conveniente questa proposta che si fa? Si costruisce vicino al Castello? Sono domande legittime che ogni cittadino barlettano si sta ponendo in questo momento». Conclusione: «Noi barlettani che facciamo se si dovesse continuare a costruire vicino al Castello o se per caso dovessimo essere costretti a pagare noi per questo errore? Resteremo inermi o continueremo a mobilitarci per impedire questo ennesimo attacco alla nostra storia e al nostro territorio, chiedendo che a pagare siano i responsabili?».

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