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Barletta, per arginare i contagi il sindaco «frena» le scuole di danza: proteste

 
Paolo Pinnelli

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Paolo Pinnelli

Barletta, per arginare i contagi il sindaco «frena» le scuole di danza: proteste

Arrivata anche una lettera a Cannito da lavoratrici e lavoratori dello spettacolo

Lunedì 28 Settembre 2020, 09:44

Quando il gioco si fa duro, i ballerini duri cominciano a «ballare». È quanto si potrebbe dire a Barletta, parafrasando la famosa frase, diventata una sorta di incitazione emozionale, attribuita al papà di John Kennedy e ripresa da Belushi nel film cult anni ’70 «Animal house».
Nella città della Disfida l’aumento del numero dei contagiati da Covid 19 e la conseguente chiusura di alcune scuole ha scatenato l’indignazione del sindaco Mino Cannito. In una conferenza stampa, e relativo video diventato virale (quasi alla maniera di quelli del governatore De Luca), il buon medico ex primario del Pronto soccorso, se l’è presa con i comportamenti poco «rispettosi» (se non proprio indifferenti) dei suoi concittadini, per il mancato rispetto delle norme di prevenzione del Covid (mascherine, igienizzazione delle mani e tutto il resto). Poi ha sfogato l’rritazione (dovuta al rialzo del numero di positivi) contro alcuni comportamenti, indicando quelli da evitare. Nell’elenco, insieme alla feste e festicciole e agli assembramenti più disparati, sono finite le scuole di danza.

Dopo aver più volte affermato che «dobbiamo convivere per molto tempo con questa situazione» ha ribadito che «scuole e plessi interi non chiuderanno più, anche in caso di positività di alunni o docenti: andranno a casa, in quarantena, solo le classi coinvolte e i docenti di quelle classi». Ha quindi invitato i genitori a far usare le mascherine anche per strada, a evitare di organizzare feste e festicciole in casa, a evitare che vi siano contatti stretti e infine ha aggiunto: «Evitate anche di mandare i vostri figli alle scuole di danza». Apriti cielo.
Perché mai il dottor Cannito avrebbe preso di mira proprio le scuole di danza non si sa. Parlando di scuole e assembramenti forse avrà avuto un’immediata associazione di idee «emozionale».
La frase, però, ha subito fatto il «giro» – e non solo nel web - e non ha lasciato indifferenti gestori e titolari delle scuole di danza di Barletta, oltre che genitori e aspiranti danzatori, i quali attendevano impazienti di poter riprendersi un altro pezzetto di «normalità post-lock down».

La protesta è esplosa in men che non si dica. E una lettera è stata indirizzata al sindaco dai pedagogisti della danza, firmata da undici scuole o gruppi, sostenuta da Asd Puglia, Aidaf Agis e dai lavoratori dello spettacolo. «Siamo quella fetta di formazione e di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo rimasti esclusi da qualsiasi intervento di aiuto. Mesi fa ha detto che ci avrebbe sostenuti con i costi delle sanificazioni e che, in quanto "imprenditori", non poteva fare "figli e figliastri" e non poteva concederci il benché minimo ristoro. Noi faticosamente siamo andati avanti contando sulle nostre sole forze. Abbiamo sanificato gli spazi e usato tutti i protocolli di legge». Poi arrivano al dunque: «È gravissimo che il primo cittadino inviti i genitori a non fare frequentare le nostre scuole e le paragoni alla movida svalutandole e svalutandoci. Noi siamo agenzie formative e non luoghi di assembramento».
I responsabili delle scuole di danza ammettono la gravità del problema, ma sottolineano che hanno provveduto ad adeguare le attività per contenere i rischi. Ma lamentano: «Se lei, sindaco, ci invita a chiudere, che sarà delle nostre vite e di quelle delle famiglie dei lavoratori del comparto?». Conclusione-invito al sindaco-medico Cannito: «La invitiamo a farci delle scuse e a una riflessione pubblica più attenta».
Il sindaco per ora non ha inteso intervenire ma molto probabilmente la vicenda non finirà qui. Di certo si tratta di uno scontro tra duri: il gioco (anzi il ballo) è appena incominciato, e i duri (ballerini e affini) a quanto pare non intendono smettere (né sospendere) di ballare.

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