ANDRIA - «Nuova tangenziale di Andria-bretella sud»: per questo pomeriggio le associazioni ambientaliste e il comitato Difesa del Territorio ha promosso una conferenza stampa per capire a che punto la vicenda della cosiddetta tangenziale, dopo mesi di assordante silenzio, se qualcosa si è mosso o no e come, dopo l’atto di indirizzo votato all’unanimità dal consiglio comunale di Andria con cui si sanciva la netta contrarietà all’opera viaria.
In attesa di dettagli, sul caso il Movimento Cinque Stelle, per voce dell’onorevole Giuseppe D’Ambrosio, della consigliera regionale Grazia Di Bari e dell’esponente cittadino Michele Coratella rende nota la risposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri - dipartimento per la programmazione della politica economica, al quesito di D’Ambrosio circa l’iter da intraprendere per rimodulare l’utilizzo dei 27,5 milioni di euro fondi Cipe, stanziati per la realizzazione della “nuova tangenziale”.
La risposta del capo dipartimento l’avvocato Mario Antonio Scino non lo esclude: dell’eventuale istruttoria per la rimodulazione del progetto deve farsi carico la regione in quanto beneficiaria delle risorse. Qualora si renda necessaria la sottoposizione della progettualità al CIPE il dipartimento provvederà ad istruire la proposta che venisse formulata dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Tutto questo per evitare che il finanziamento CIPE vada perso.
«Da diversi anni si attende che gli amministratori comunali deliberino in Consiglio una risposta chiara sul progetto. Un si o un no – riportano sottolineano i tre esponenti del M5S -. Ad oggi questo colpevolmente non è ancora avvenuto, mentre la Provincia ha comunque aggiudicato la gara per la realizzazione anche a seguito di pareri tecnici favorevoli, urbanistici ed ambientali sempre del comune di Andria. A seguito delle note prese di posizione di associazioni sull’opportunità di fare la variante o, in alternativa, di intervenire sul tracciato esistente ci fu un incontro, in verità tardivo, a marzo 2019 tra l’assessore regionale Giannini e l’ex sindaco di Andria Nicola Giorgino. Gli organi di informazione all’epoca riportarono, cito testualmente, che “ci sarà una fase interlocutoria tra Comune e Regione che segna fondamentalmente l’apertura di un dialogo tra i due enti per una valutazione più approfondita”, per cui in attesa di tali evoluzioni, con il consigliere regionale Grazia Di Bari e l’ex capogruppo Michele Coratella, ci eravamo messi inutilmente in paziente attesa, “sulle tracce” di tali annunciati sviluppi.
Intanto noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo continuato a dialogare con le strutture dei ministeri e abbiamo chiesto al Capo del Dipartimento per la Programmazione ed il Coordinamento della Politica Economica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di indicarci formalmente la strada che dovrebbe essere intrapresa per poter eventualmente rimodulare l’utilizzo di questi 27,5 milioni di euro. Il ministero ci dice che la regione Puglia deve immediatamente avviare una richiesta di modifica del progetto affinché il ministero possa avviare tutte le procedure per la modifica del finanziamento.
Che dire, siamo riusciti ad ottenere in qualche mese quello che in tanti anni i politici locali non sono riusciti a fare».
Dalle informazioni raccolte con l’ausilio di esperti, tuttavia, risulterebbe che la Regione non potrebbe sottoporre un progetto di rimodulazione alcuno fino a che non si chiude preliminarmente il procedimento in corso: dunque, serve in ogni caso la pronuncia negativa ufficiale del comune di Andria sull’opera e solo dopo la Regione potrebbe avviare l’iter di spostamento del fondo CIPE. Dunque, la questione è di fatto nelle mani del Commissario Straordinario del comune di Andria a cui spetta di decidere con i poteri del consiglio comunale e della giunta.