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Andria, crollo palazzina via Pisani: gli indagati salgono a 8

 
ANTONELLO NORSCIA

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ANTONELLO NORSCIA

Andria, crollo palazzina via Pisani: gli indagati salgono a 8

Il collasso dell'edificio avvenuto il 17 ottobre in cui rimase ferito un vigili del fuoco

Sabato 09 Novembre 2019, 13:22

TRANI - Sale ad 8 il numero degli indagati per il crollo della palazzina di Via Pisani, ad Andria, che il 17 ottobre scorso, per un’ottima dose di fortuna, costò solo il ferimento di un vigile del fuoco-soccorritore. Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Giovanni Lucio Vaira ha iscritto nel registro degli indagati altre 5 persone: 4 operai dell’impresa che stava eseguendo lavori nell’area attigua ed il responsabile della sicurezza.

L’ipotesi di reato è quella già contestata coi primi atti d’indagine (crollo di costruzioni-disastro colposo e lesioni colpose) al proprietario-committente nonché costruttore dell’area cantierizzata Giuseppe Sinisi ed ai 2 progettisti e direttori dei lavori Francesco Pirronti e Nicola Pirronti, difesi dagli avvocati Vincenzo Scianandrone e Giangregorio De Pasacalis. Anche le 5 nuove iscrizioni rappresentano un atto dovuto. Tanto più perché la prossima settimana sarà avviato l’accertamento tecnico irripetibile per accertare le cause del crollo, e, dunque, le eventuali rispettive responsabilità delle maestranze e dei professionisti interessati ai lavori dell’area adiacente alla palazzina dov’era stato demolito un edificio per realizzarne uno nuovo.

Secondo una prima ricostruzione i 2 edifici (quello abbattuto e quello collassato) non avrebbero costituito un unico corpo di fabbrica. Per le sorti giudiziarie degli indagati sarà importante, dunque, l’accertamento tecnico irripetibile, che, in quanto tale, si svolgerà in contraddittorio tra le parti. Il pm Vaira ha nominato consulente l’ingegnere Berardino Chiaia, docente di scienza delle costruzioni al Politecnico di Torino, che ieri ha bissato il sopralluogo conoscitivo – informale perché non avvenuto in contraddittorio con le altre parti e coi rispettivi consulenti tecnici – compiuto (sempre informalmente) una quindicina di giorni fa. Al vaglio dell’ing. Chiaia passerà anche l’incartamento sulle pratiche edilizie acquisito dall’ufficio tecnico del Comune di Andria.

Secondo la ricostruzione elaborata coi primissimi atti d’indagine, i lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella crollata (conclusisi alcuni giorni prima il grave cedimento) non sarebbero stati eseguiti con ruspe meccaniche ma con un meno invasivo martello pneumatico. Tuttavia gli inquirenti non escludono che ci possa essere un nesso di causalità tra le opere di demolizione ed il crollo.

L’accertamento irripetibile che disporrà la Procura mirerà, evidentemente, anche a far luce sull’ultimo piano dell’edificio crollato, ad occhio nudo realizzato successivamente all’originaria costruzione, per verificarne eventuali rapporti di equilibrio statico con la palazzina demolita.

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