MINERVINO - a cercato di uccidere il padre dopo che si era rifiutato di dargli del denaro. Una violenza inaudita da parte di un figlio degenere che, l’altra sera, non ha esitato a colpire alle spalle il genitore con un’accetta.
Avrebbe voluto ucciderlo solo perché non aveva esaudito la sua richiesta. Ma, fortunatamente, i colpi inferti con l’accetta non sono stati fatali. È stata comunque una questione di centimetri: le accettate inferte sul corpo dell’uomo (due sulla nuca ed una dietro le spalle) solo per un caso fortuito non sono andate in profondità. Nessun organo vitale è stato raggiunto e la vittima se l’è cavata con diversi punti di sutura.
Il giovane aggressore, un 24enne con problemi di tossicodipendenza, subito assicurato alla giustizia dai carabinieri della locale stazione, dovrà rispondere di tentato omicidio e come, se ciò non bastasse, anche di estorsione e atti persecutori.
Una mancato parricidio consumato l’altra sera (ma la notizia è trapelata soltanto ieri) a Minervino Murge, in pieno centro cittadino. La vittima della inaudita violenza del giovane figlio è un uomo 50enne che, come detto, si sarebbe rifiutato di dargli dei soldi. Il giovane, pare, avrebbe preteso il denaro promettendo, in cambio, di ritirare alcune denunce nei confronti del genitore. Una vera e propria estorsione giunta al culmine di un rapporto tra padre e figlio molto conflittuale e travagliato, spesso costellato da frequenti e bruschi litigi.
Un figlio violento e aggressivo, anche in passato sempre in cerca di soldi per acquistare droga.
L’altra sera, l’ennesimo rifiuto da parte del genitore, ha mandato su tutte le furie il figlio 24enne che ha voluto vendicarsi nel peggiore dei modi. Ha atteso che il padre rincasasse insieme alla madre e all’altro fratello minore per «punirlo». Appena sceso dall’auto, lo ha colpito alle spalle con l’accetta che impugnava con chiaro intento omicida. Ha inferto tre colpi sotto lo sguardo incredulo e terrorizzato degli altri familiari. L’uomo si è accasciato ferito gravemente e dolorante. Il figlio si è allontanato ma la sua fuga ha avuto breve durata. I carabinieri della locale stazione, allertati da una telefonata, hanno rintracciato il giovane e lo hanno fermato. Era visibilmente su di giri. Dopo le formalità di rito e dopo aver informato il Pm di turno, Silvia Curione, del Tribunale di Trani, è stato arrestato e accompagnato in carcere. Il padre, subito soccorso, è stato trasportato presso il pronto soccorso dell’ospedale «Bonomo» di Andria. Le ferite sono state suturate ma, fortunatamente, non è stato dichiarato in pericolo di vita.
Una brutta storia di lucida follia che avrebbe potuto avere un epilogo assai più drammatico.