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Bonifica della Cobema, perplessità sul progetto

 
Paolo Pinnelli

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Paolo Pinnelli

Bonifica della Cobema, perplessità sul progetto

Canosa, Italia Nostra solleva dubbi su biogas e amianto

Sabato 27 Aprile 2019, 09:51

Discarica «Cobema». La Provincia Bat, autorità competente, ha avviato da qualche mese gli adempimenti preliminari per le operazioni di chiusura e messa in sicurezza della discarica di rifiuti speciali non pericolosi della «Co.Be.Ma.».
Dopo che il sindaco di Canosa, Roberto Morra, aveva nei mesi precedenti chiesto urgenti interventi per bonifica del sito finito tra i 44 siti italiani colpiti da procedura di infrazione comunitaria, in marzo finalmente era stato notificato al Comune il via al progetto di fattibilità tecnico-economica della discarica, che sarebbe stato sottoposto a VIA e alle osservazioni. «Riteniamo che sia però troppo tardi per escludere quella discarica dalla condanna della Corte di Giustizia Europea - aveva commentato Morra - Al di là di questo, non appena il progetto sarà esecutivo, continueremo ad essere vigili e a sollecitare l'immediato avvio dei lavori necessari alla chiusura definitiva della discarica ed alla sua gestione post operativa trentennale».


Sulla questione interviene il presidente di «Italia Nostra», sezione di Canosa, Sabino Lagrasta riferendosi proprio a quel progetto di fattibilità che è attualmente sottoposto all’esame e alle osservazioni o integrazioni dei vari uffici regionali e provinciali competenti oltre che all’Arpa, alla Asl e al Comune di Canosa.
l’amianto in discarica «Nella documentazione pubblicata sono contenute anche notizie relative alle autorizzazioni rilasciate a suo tempo dalla Provincia di Bari alla Cobema - dice il presidente Sabino Lagrasta - Veniamo così a conoscere che nella discarica, che era stata autorizzata all’esercizio nel luglio del 1995, ad aprile del 1998 fu consentito il conferimento di rifiuti non pericolosi di natura organica nonché di rifiuti contenenti amianto».


«Nella documentazione non c’è evidenza di quanti e quali rifiuti di amianto siano stati conferiti dal 1998 al 2005, anno in cui, a seguito di indagini della Magistratura l’attività fu interrotta. Nei mesi di aprile e maggio 2018 è stata eseguita una campagna di monitoraggio sulle acque di falda, sul percolato presente nella discarica e sulle emissioni di biogas. Se i parametri chimico-fisici dei campioni di acqua prelevati dai 3 pozzi spia della Cobema risultano nei limiti di legge, e il livello del percolato nel pozzo di raccolta è ad un livello di sicurezza, i dati relativi alle emissioni di biogas sono invece superiori, e di molto, ai valori soglia».
«Sul margine sud-sud/ovest della discarica è stato individuato un punto nel quale il flusso di emissione di biogas è risultato di 31,25 milligrammi/metro quadro al secondo; in un altro punto il flusso rilevato è stato di 8,35 milligrammi/metro quadro al secondo. - prosegue Lagrasta - La legislazione italiana è carente in proposito e, di solito, per queste problematiche si fa riferimento alle linee guida stabilite dall’Autorità Ambientale Inglese che fissa un valore soglia di 0,1 milligrammo/metro quadro al secondo per le discariche in attività. C’è da aggiungere che, in genere, nelle discariche, le emissioni di biogas raggiungono il loro massimo un anno dopo la chiusura e tendono a ridursi drasticamente negli otto anni successivi, e, seppure in quantità minime, continuano nei 30/40 anni successivi. I livelli emissivi riscontrati in alcuni punti della discarica Cobema, a ben 14 anni dalla sua chiusura, sono anomali e fortemente negativi sull’ambiente».


Il presidente di Italia Nostra prosegue: «Il biogas è costituito principalmente da metano e anidride carbonica e, in misura minore, da idrogeno, ossigeno, azoto, monossido di carbonio, ammoniaca e acido solfidrico. Il metano e l’anidride carbonica sono i principali responsabili dell’effetto serra. In particolari condizioni di pressione atmosferica e di temperatura e a determinate concentrazioni, il metano e l’idrogeno sono infiammabili. Il metano infine risulta dannoso per la vegetazione perché causa l’asfissia delle radici quando esse vengono investite dal gas nel sottosuolo».
Soluzioni insufficienti Il presidente della seziona canosina di Italia Nostra passa alla valutazione delle proposte contenute nel progetto. «Le soluzioni progettuali proposte per risolvere il problema delle emissioni del biogas sono, a parere di Italia Nostra, del tutto insufficienti. - sottolinea il presidente Lagrasta - Sono stati infatti previsti solo quattro pozzi per l’estrazione con annesse torce per la termodistruzione del biogas. In situazioni analoghe, per discariche con estensioni più ridotte, la rete dei pozzi di captazione è molto più numerosa».


Non solo il numero dei pozzi sarebbe insufficiente, alla luce delle esperienze di altre discariche, ma, secondo Italia Nostra «non è prevista nessuna misura straordinaria per la messa sotto controllo e per l’estrazione del biogas nei punti emissivi che superano i valori soglia. Gli interventi straordinari per estrarre da quei punti critici il biogas sono da progettare separatamente rispetto alla rete dei pozzi di captazione distribuiti sul corpo della discarica».

«L’altra grave lacuna del progetto - prosegue ancora il presidente di Italia Nostra, sezione di Canosa - risiede nel fatto di non aver affrontato la problematica amianto. La legislazione sul conferimento di rifiuti contenenti amianto prescrive che alcune tipologie di rifiuti possano essere conferiti in discariche di rifiuti speciali non pericolosi, altre tipologie in discariche di rifiuti pericolosi. Come già detto, non si conoscono per la Cobema né i quantitativi di rifiuti contenenti amianto che nell’arco dei sette anni sono stati depositati, né la loro tipologia».


Nel progetto, secondo quanto verificato da Italia Nostra, non è stato previsto un monitoraggio della concentrazione delle fibre di amianto aereodisperse nel sito della discarica. «Il Decreto Legislativo n. 36/2003 che recepisce la Direttiva Comunitaria sulle discariche è molto chiaro in proposito - conclude Lageasta - L’Allegato II del Decreto al punto 5.5, “Discariche adibite allo smaltimento di rifiuti di amianto o contenenti amianto” prevede: “Per le discariche dove sono smaltiti rifiuti contenenti amianto il parametro utilizzato per il monitoraggio e controllo è la contrazione delle fibre nell’aria. Per la valutazione dei risultati si deve far riferimento ai criteri cautelativi di monitoraggio indicati nel Decreto del Ministero della Sanità in data 6 Settembre del 1994…” Come è evidente il progetto presentato dalla Provincia per la copertura e la messa in sicurezza della discarica Cobema è carente sotto molti aspetti fondamentali e non risolve tutte le problematiche ambientali lì presenti». L’invito di Italia Nostra, in coiclsione: «La somma prevista nel progetto di chiusura e messa in sicurezza della Cobema è di 4 milioni e 200 mila euro: spendete bene i nostri soldi».

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