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Un orfanotrofio per il Burundi: nel progetto una famiglia di Canosa

 
Paolo Pinnelli

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Paolo Pinnelli

Un orfanotrofio per il Burundi: nel progetto una famiglia di Canosa

Sabino e Roberta hanno già dato una casa a due piccoli: ora vogliono raccogliere fondi per finanziare il progetto

Mercoledì 20 Marzo 2019, 09:29

«Inzu» in lingua kirundi significa «casa». Proprio quella che vorrebbero dare ai bambini orfani di Gitega, la nuova capitale del Burundi, quattro coppie di italiani, tra cui i canosini Sabino e Roberta. Loro una casa l’hanno già data ai loro figli adottivi arrivati proprio dal Burundi. Ma questo è stato il primo passo verso un sogno molto più grande.
«Siamo quattro famiglie, tre pugliesi e una veneta, rimaste bloccate per quattro anni dalla burocrazia per adottare quattro bambini dal cuore dell'Africa - raccontano Sabino e Roberta - nel maggio 2017, tutti insieme riusciamo ad abbracciare i nostri figli che vivevano nello stesso orfanotrofio, conosciuti attraverso una foto su una scheda tecnica. Prima siamo passati davanti a un giudice davanti al quale abbiamo sperato di aver fatto una buona impressione, per poter ottenere “il bollino” di genitori. Quando è arrivato quel momento dell’incontro c’è stata la fusione immediata di tre cuori».


La rinascita di quei bambini ha segnato Sabino e Roberta, come i sei loro «compagni di viaggio», ed è stato allora che hanno incontrato con un piccolo grande uomo, Leopold, il direttore dell'orfanotrofio, il “padre” di tutti quei bambini. «Grazie al suo affetto hanno avuto un'altra chance di vita - continuano Sabino Roberta - Leopold, infatti, anche lui orfano, bambino di strada, a 18 anni ha iniziato a trovare un rifugio ai bambini abbandonati che incontrava. Ora ha quasi trent’anni e un orfanotrofio con 45 bambini da 0 a 15 anni, approvato anche dal governo burundese».


Accoglie piccoli orfani trovati per strada perché abbandonati o smarriti dai genitori mentre lavorano nei campi. «Li accoglie con lo stesso amore che ha dato ai nostri figli - dicono - e i suoi bambini sperano di essere anche loro, come i nostri, accolti in una famiglia. Questo ci ha spinto a realizzare una “casa vera” per Leopold. Così nasce la nostra Onlus 4Inzu. In appena sei mesi abbiamo raccolto il denaro per l'acquisto del terreno, circa 15mila euro, dove costruire l'orfanotrofio, progettato da Leonardo, ingegnere, uno dei fondatori. Grazie alla gente comune che ha creduto nel nostro sogno. Ora vogliamo raccogliere fondi per procedere alla costruzione dell’orfanotrofio: tutto ciò che raccogliamo viene destinato alla causa, non abbiamo spese di gestione e tutto viene svolto con forte spirito di volontariato. A gennaio tre genitori sono tornati in Burundi e, dopo aver fatto disboscare e livellare il terreno, è arrivato il momento di porre la prima pietra di “Casa Leopold” e dare dignità e speranza a questi bambini che sono stati privati del diritto di avere una mamma e un papà».

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