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Barlettano che accoglie sei profughi in casa è «Cittadino Ue 2018»

 
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Barlettano che accoglie sei profughi in casa è «Cittadino Ue 2018»

La giuria del riconoscimento internazionale, giunto alla undicesima edizione, ha incluso quattro italiani nella lista di cinquanta persone, associazioni e organizzazioni dei 28 Stati membri distintisi per la loro capacità di «rafforzare l’integrazione europea»

Domenica 10 Giugno 2018, 10:40

BRUXELLES - Il professor Antonio Silvio Calò, originario di Barletta, la Fondazione bresciana Assistenza Psicodisabili Onlus (Bap), la dottoressa Paola Scagnelli, il sacerdote don Virginio Colmegna, sono i quattro vincitori italiani del Premio Cittadino europeo 2018. La giuria del riconoscimento internazionale, giunto alla undicesima edizione, ha incluso i quattro italiani nella lista di cinquanta persone, associazioni e organizzazioni dei 28 Stati membri che si sono distinti per la loro capacità di «rafforzare l’integrazione europea e il dialogo tra i popoli, mettendo in pratica i valori della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue».

Il professor Antonio Silvio Calò, insegna storia e filosofia al liceo Canova di Treviso, e da tre anni ospita nella sua abitazione sei immigrati africani. In seguito ai tragici eventi di Lampedusa del 2015 in cui centinaia di migranti persero la vita, il professore e la sua famiglia si rese disponibile con la Prefettura ad accogliere alcuni dei sopravvissuti del naufragio.

La bresciana Bap sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori «Francesco Faroni», che oggi segue gratuitamente 90 minori autistici. La dottoressa Scagnelli è primario di radiologia a Lodi, ma durante le ferie presta il suo servizio di medico a Tabora (Tanzania). Don Virginio Colmegna è attivo sin dagli anni Ottanta come fondatore di comunità di accoglienza nel campo della sofferenza psichica e dei minori.

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