Decongestionare le strutture ospedaliere ed incentivare la permanenza dei sanitari anche attraverso il ruolo unico dei medici di medicina generale. La medicina territoriale cambia volto. E lo fa rendendo protagonisti i camici bianchi e garantendo l’accesso alle cure in tutto il territorio. Sono le direttrici della delibera della Giunta regionale con cui, seguendo il Piano strategico, è stata ridefinita la medicina territoriale. Obiettivo: «garantire equità e uguaglianza nell’accesso alle cure». Gli interventi sono stati illustrati dal governatore Vito Bardi, dall’assessore alla Sanità, Cosimo Latronico, e da alcuni dirigenti regionali.
«Cuore» del progetto è favorire l’accesso alle cure ad una popolazione che è sempre più anziana ed affetta da malattie croniche e che vive in un territorio geomorfologicamente complesso. Nei sei distretti sanitari lucani, per ovviare alla carenza di medici di famiglia, è stato deciso di costituire una Aggregazione funzionale territoriale ogni 23mila abitanti, ossia un team di camici bianchi che garantirà l’assistenza sanitaria 24 ore su 24, sette giorni su sette. Per ogni Aft (3 per i medici di medicina generale, 3 per la specialistica ambulatoriale ed uno di pediatri) è stata prevista una Unità complessa di cure primarie, sistemata tra le varie strutture territoriali. Le Aggregazioni e le Unità si avvieranno con la realizzazione di tutte le strutture previste e finanziate con il Pnrr, «ma il recepimento di quanto definito dalla Giunta regionale dovrà essere accompagnato dalla redazione e approvazione di accordi integrativi regionali». «Calibriamo la sanità alle esigenze del territorio – spiega il presidente Bardi – per avvicinare le cure al cittadino e frenare l’eccessivo ricorso all’ospedalizzazione per questioni di salute che potrebbero essere gestite in modo più efficace e meno costoso a livello ambulatoriale o domiciliare. Abbiamo in Basilicata più di 800 medici, tra medici di medicina generale e continuità assistenziale, grazie ai quali potremo rispondere in maniera più capillare alle richieste dei cittadini».
Tra le novità della delibera anche l’introduzione dal 1° gennaio 2025 del ruolo unico dei medici di medicina generale. «Un approccio che inciderà sulle criticità del sistema, a cominciare dalle liste d’attesa, dall’emigrazione sanitaria e dall’eccessiva ospedalizzazione. Il superamento dell’attuale distinzione tra medici di assistenza primaria a ciclo di scelta e medici di continuità assistenziale avrà ricadute sul piano occupazionale: avremo modo di affidare incarichi, a tempo indeterminato, tali da garantire a tutte le aggregazioni funzionali la presa in carico del bacino d’utenza di quel territorio» aggiunge l’assessore Latronico. «Il modello di integrazione dei medici rientra in un disegno che dovrebbe garantire ai lucani un servizio più completo», conferma il direttore generale del Dipartimento Sanità, Domenico Tripaldi. Per Angelo Raffaele Rinaldi, dirigente dell’Ufficio risorse umane del Servizio sanitario regionale, «il nuovo assetto si incrocia con il contesto infrastrutturale finanziato dal Pnrr».