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La Basilicata è ancora «d’incanto ma ostaggio di mulattiere»

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

La Basilicata è ancora «d’incanto ma ostaggio di mulattiere»

Resta attuale la celebre frase di Zanardelli, nel 1902. La regionea circondata dalle frane e con linee ferroviarie bloccate da giugno fino allo scorso 11 settembre

Venerdì 22 Settembre 2023, 13:01

POTENZA - Bella e irraggiungibile lo è sempre stata. Fin dai tempi di Giuseppe Zanardelli, quando l’allora presidente del Consiglio dei ministri, nel suo primo viaggio al Sud, scoprì una Basilicata «d’incanto ma ostaggio di mulattiere».

Dal 1902 è cambiato il mondo, ma ancora oggi il territorio lucano resta marginale nel sistema viario e ferroviario italiano, oltre che completamente tagliato fuori dalle direttrici aeree. Lo sanno bene gli stessi residenti e i turisti che la scorsa estate hanno scelto le località della regione per trascorrere le vacanze. Anche perché se è vero che al peggio non c’è mai fine, la bella stagione che ci stiamo mettendo alle spalle ha riservato ai viaggiatori il massimo del disagio. Su tutti i fronti: al netto di criticità ormai storiche come l’assenza di un aeroporto, le linee ferroviarie da e per la Basilicata sono state bloccate da giugno fino allo scorso 11 settembre per consentire l’ennesima operazione di restyling di una rete ferrata che risale ai primi del ‘900. I pullman sostitutivi? C’erano, ma tra ritardi, coincidenze perse e partenze annullate all'improvviso, il servizio ha creato più travasi di bile che collegamenti.

A complicare ulteriormente la situazione ci ha pensato lo «sfasciume idrogeologico» di un territorio che, oltre ad essere bello e irraggiungibile, è anche fragile. Da fine novembre a metà luglio scorso Maratea, una delle località turistiche più «gettonate» della Basilicata, è rimasta prigioniera di una frana che ha travolto la statale 18, catapultando giganteschi massi del costone roccioso sulla sottostante spiaggia di Castrocucco. Dopo i lavori di consolidamento e in attesa della realizzazione di un tunnel che «bypasserà» l’area perennemente a rischio di crolli, la strada è stata riaperta al traffico – con semaforo annesso - ma soltanto fino alle 23 di sera. Movida o non movida, il turista deve darsi una mossa se non vuol essere costretto a restare intrappolato oppure ad avventurarsi sulla strada alternativa che, manco a dirlo, oltre ad essere più tortuosa della via maestra deve fare i conti con le frane. È la provinciale 3 di Trecchina che, aspettando i lavori di messa in sicurezza, oggi è vietata al transito di mezzi pesanti come camion e bus.

Intanto, un’altra estate è andata via con il sogno di Icaro che resta chiuso nel cassetto. Da decenni la Basilicata si arrovella su ipotesi, soluzioni, progetti e utopie per realizzare sul proprio territorio un aeroporto. Desiderio che si è sempre scontrato con una ventosa realtà, come quella che negli anni Settanta ha reso improbabile la realizzazione di un aeroporto ai Piani del Mattino, alla periferia del capoluogo, costata 21 miliardi di vecchie lire solo di studi di fattibilità. A seguire le dispute campanilistiche fra la pista Mattei di Pisticci (per l’aeroporto di terzo livello in Val Basento), Grassano Scalo e Grumento Nova, con piani finanziati dal Cipe (per altri 175 milioni del vecchio conio), fino al coinvolgimento della Regione Basilicata nella società di gestione dell'aeroporto di Pontecagnano (Salerno) che risale a una decina d'anni fa e che, ancora una volta, non si è tradotto in nulla di concreto. Se non nella perdita di finanziamenti.

Nel frattempo non solo la Basilicata non è riuscita nell’intento di regalarsi ali di aeroplani (alla sua gente e ai visitatori decisi a conoscerla), ma si è allontanata sempre di più dal resto del mondo. Dei collegamenti strategici, la crisi e le politiche antimeridionaliste dei governi nazionali hanno fatto scempio: la Lauria-Candela, la Salerno-Potenza-Bari, la Murgia-Pollino sono rimaste, almeno fino a oggi, solo belle intenzioni. E sulle strade esistenti campeggia un grande, immaginifico divieto di transito. La fatiscenza della Basentana (Potenza-Metaponto) e del raccordo autostradale (Potenza-Sicignano degli Alburni) rappresentano l’esemplificazione, sul piano della viabilità, di un territorio che le politiche nazionali hanno da tempo ignorato e penalizzato.

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